Al giorno 1.355 del conflitto in Ucraina, il governo di Kiev affronta le pesanti conseguenze degli ultimi raid russi sugli impianti energetici nazionali. Nella notte centinaia di droni lanciati da Mosca hanno preso di mira infrastrutture fondamentali, riducendo a “zero” la capacità di produzione di energia elettrica. In particolare nella regione di Kharkiv circa 100.000 persone si sono ritrovate senza luce, acqua e gas, mentre in diverse altre città la fornitura di riscaldamento risulta interrotta. La società elettrica statale ha confermato che la produzione “è scesa a zero”, costringendo le autorità a mobilitare squadre di tecnici per ripristinare i servizi essenziali.
Sul fronte diplomatico, il ministro degli Esteri russo Sergei Lavrov ha dichiarato di essere disposto a un incontro con il segretario di Stato americano Marco Rubio. La notizia arriva nonostante le voci che attribuiscono allo stesso Lavrov la decisione di annullare il vertice tra Donald Trump e Vladimir Putin, accelerando le tensioni durante un colloquio telefonico con Rubio.
In Europa occidentale continua a destare preoccupazione l’avvistamento di droni non identificati in Belgio. A Liegi, per alcuni minuti, tutti i voli sono rimasti bloccati, in attesa di chiarimenti sulle origini e sugli obiettivi dei velivoli.
Intanto il primo ministro ungherese Viktor Orban, nel corso della visita a Washington, ha ottenuto la revoca delle sanzioni sul petrolio e sul gas di provenienza russa. In cambio, Budapest si impegnerà ad acquistare armamenti per un valore di 700 milioni di dollari dagli Stati Uniti.