Naomi Seibt, avversaria di Greta Thunberg, domanda asilo politico negli Stati Uniti

Naomi Seibt, 25 anni, attivista tedesca nota come “l’anti-Greta” per le sue posizioni scettiche sul cambiamento climatico, ha avviato negli Stati Uniti la procedura per ottenere asilo politico. Secondo quanto riferito dalla stessa Seibt, ella si sarebbe rivolta alle autorità statunitensi dopo aver subito minacce e pressioni in Germania, dovute alle sue opinioni critiche nei […]

Naomi Seibt, 25 anni, attivista tedesca nota come “l’anti-Greta” per le sue posizioni scettiche sul cambiamento climatico, ha avviato negli Stati Uniti la procedura per ottenere asilo politico. Secondo quanto riferito dalla stessa Seibt, ella si sarebbe rivolta alle autorità statunitensi dopo aver subito minacce e pressioni in Germania, dovute alle sue opinioni critiche nei confronti delle campagne ambientaliste ispirate da Greta Thunberg. L’istanza è al momento in fase di valutazione e non è ancora stata confermata ufficialmente da fonti governative statunitensi.

L’attività pubblica di Seibt ha preso avvio su YouTube, dove ha contestato le narrazioni considerate “allarmistiche” sul riscaldamento globale, proponendo un approccio “razionale e scientifico”. Questa linea le ha valso l’etichetta di “anti-Greta”, in contrapposizione alla mobilitazione di piazza promossa dalla giovane svedese. In diversi interventi ha definito l’attivismo giovanile “un fenomeno emotivo che non sempre tiene conto della complessità dei dati scientifici”, suscitando l’interesse di think tank conservatori e media di Stati Uniti.

Seibt sostiene di essere stata oggetto di monitoraggi e campagne di diffamazione, nonché di indagini che, a suo dire, hanno limitato le sue libertà civili. “Non mi sento più sicura in Germania”, afferma in un video diffuso sui social, dove aggiunge: “Sono stata bersaglio di campagne diffamatorie e indagini che hanno limitato la mia libertà di parola”. Nonostante non risultino comunicazioni ufficiali da parte delle autorità tedesche in merito ai procedimenti citati, le sue dichiarazioni hanno riacceso il dibattito sulla libertà di espressione e sul ruolo delle piattaforme digitali.

Sul fronte politico, Seibt è stata più volte accostata al partito Alternative für Deutschland (AfD). Pur non risultando iscritta, ha partecipato a eventi con esponenti del partito e condiviso alcune delle sue critiche alle politiche ambientali e migratorie di Berlino. Questo legame ha alimentato le discussioni sulla possibile strumentalizzazione politica delle figure emergenti online.

Negli Stati Uniti, le domande di asilo da parte di cittadini di Paesi membri dell’Unione europea sono casi rari e soggetti a verifiche particolarmente rigorose, poiché gli Stati europei sono considerati “sicuri” sul piano dei diritti fondamentali. Per ottenere protezione, il richiedente deve dimostrare di trovarsi in pericolo per motivi politici, religiosi o ideologici, come previsto dall’Immigration and Nationality Act. Non emergono al momento conferme ufficiali sull’avvenuta presentazione formale della domanda di Seibt.

La vicenda ha raccolto reazioni variegate: esponenti del mondo conservatore statunitense hanno espresso solidarietà alla giovane attivista, mentre in Germania il caso è interpretato più come un simbolo del confronto tra tutela della libertà di pensiero e lotta alla disinformazione. Nel frattempo, il profilo social di Seibt continua a essere il principale canale attraverso il quale comunica con il suo pubblico.

Tra le figure che avrebbero manifestato sostegno a Seibt figura Elon Musk: secondo Newsweek e New York Post, il fondatore di Tesla ha definito alcune sue affermazioni “coraggiose”. Sebbene non esistano conferme di un coinvolgimento diretto, la sua simpatia ha contribuito a estendere la risonanza internazionale della vicenda, inserendola nel più ampio dibattito su libertà di parola e controllo del discorso digitale.