Tensione fra Cina e Giappone su Taiwan: Pechino convoca l’ambasciatore giapponese, Tokyo conferma la propria posizione

La Cina ha convocato l’ambasciatore giapponese a Pechino, Kenji Kanasugi, per esprimere il suo forte disappunto riguardo alle recenti dichiarazioni della premier Sanae Takaichi sul possibile coinvolgimento militare del Giappone in caso di emergenza a Taiwan. L’incontro è stato condotto dal vice ministro degli Esteri Sun Weidong, che ha chiesto alla leadership giapponese di ritrattare […]

La Cina ha convocato l’ambasciatore giapponese a Pechino, Kenji Kanasugi, per esprimere il suo forte disappunto riguardo alle recenti dichiarazioni della premier Sanae Takaichi sul possibile coinvolgimento militare del Giappone in caso di emergenza a Taiwan. L’incontro è stato condotto dal vice ministro degli Esteri Sun Weidong, che ha chiesto alla leadership giapponese di ritrattare quanto affermato, considerato da Pechino come una minaccia alla sovranità cinese e un’ingerenza nelle sue questioni interne.

Secondo il ministero degli Esteri cinese, le parole di Takaichi hanno innescato una delle reazioni più dure degli ultimi mesi, con la riaffermazione che “Taiwan è parte integrante del territorio nazionale”. Le autorità di Pechino hanno avvertito il Giappone sulle conseguenze di ogni presa di posizione percepita come ostile nella regione dello Stretto.

Il governo di Tokyo, tramite il segretario di gabinetto Minoru Kihara, ha replicato confermando che la propria politica verso Taiwan “rimane immutata” e “coerente con il Comunicato congiunto Giappone-Cina del 1972”. Kihara ha sottolineato inoltre la necessità di “pace e stabilità nello Stretto di Taiwan”. Il Giappone mantiene relazioni non ufficiali con Taipei ma aderisce formalmente al principio di una sola Cina, pur intensificando negli ultimi anni i riferimenti alla cooperazione di sicurezza con gli alleati in risposta al rafforzamento militare cinese nell’area.

Il richiamo diplomatico fa seguito alle affermazioni della premier conservatrice, pronunciate circa una settimana fa, in cui aveva lasciato intendere che un’eventuale azione militare di Pechino contro Taiwan potrebbe giustificare un intervento, diretto o indiretto, da parte giapponese.

Nel frattempo, Taipei ha annunciato che il Dipartimento di Stato americano ha approvato un pacchetto di vendita di armi del valore di 330 milioni di dollari, comprendente componenti, pezzi di ricambio, accessori non standard e supporto per la riparazione di aerei F-16, C-130 e Indigenous Defense Fighter (I-df). “Questa è la prima volta che la nuova amministrazione Trump annuncia una vendita di armi a Taiwan”, ha dichiarato il ministero degli Esteri di Taipei. Pechino ha reagito con “ferma opposizione”, con Lin Jian, portavoce del ministero cinese, che ha affermato come la transazione “viola gravemente il principio della ‘Unica Cina’”.