Israele intensifica i raid su Gaza, Hamas minaccia di revocare la tregua e avverte l’inviato Usa; Netanyahu: “Sono loro a infrangere il cessate il fuoco”

L’esercito israeliano ha intensificato i raid sulla Striscia di Gaza, suscitando l’avvertimento di Hamas al delegato Usa Richard Witkoff: il movimento minaccia di far saltare il cessate il fuoco se gli attacchi proseguiranno. Dall’ufficio del premier Benjamin Netanyahu è arrivata una risposta dura: “Sono loro a non rispettare la tregua”. Nel frattempo, il presidente Donald […]

L’esercito israeliano ha intensificato i raid sulla Striscia di Gaza, suscitando l’avvertimento di Hamas al delegato Usa Richard Witkoff: il movimento minaccia di far saltare il cessate il fuoco se gli attacchi proseguiranno. Dall’ufficio del premier Benjamin Netanyahu è arrivata una risposta dura: “Sono loro a non rispettare la tregua”.

Nel frattempo, il presidente Donald Trump ha dichiarato che “gli Stati Uniti stanno spingendo per il disarmo totale” di Hamas, ribadendo l’impegno di Washington a indebolire la componente militare del gruppo.

Sul fronte operativo, l’esercito israeliano comunica di aver eliminato cinque miliziani mentre uscivano da un tunnel nel settore orientale di Rafah, all’interno della cosiddetta Linea Gialla sotto controllo dell’IDF. “I terroristi si stavano avvicinando alle truppe, rappresentando una minaccia imminente per loro”, si legge nel resoconto ufficiale. Anche alla luce di questi scontri, nelle strutture sotterranee di Rafah rimarrebbero asserragliati circa 150 combattenti di Hamas.

Il ministro degli Esteri israeliano Israel Katz ha sottolineato che lo Stato ebraico “è forte, proattivo e risponde con forza a qualsiasi minaccia, in tutti i settori, nonostante tutti i critici dell’opposizione, che non intervengono”.

Infine, il Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite ha approvato, con 13 voti favorevoli e le astensioni di Cina e Russia, una risoluzione proposta dagli Stati Uniti basata sul piano di pace di Trump per Gaza. Il testo autorizza la costituzione di una forza internazionale di stabilizzazione nella Striscia, avviando così la “fase due” del piano internazionale per la pace in Medioriente.