Spari vicino alla Casa Bianca: due guardie nazionali gravemente ferite, fermato un migrante afghano. Usa sospendono i visti da Kabul

Momenti di tensione nel pomeriggio di ieri a Washington, all’incrocio tra la Pennsylvania Avenue e la 15esima strada, a due isolati dalla Casa Bianca. Un uomo di 29 anni, Rahmanullah Lakanwal, originario dell’Afghanistan e giunto negli Stati Uniti nel 2021 con permessi speciali dopo il ritiro delle truppe americane, ha aperto il fuoco intorno alle […]

Momenti di tensione nel pomeriggio di ieri a Washington, all’incrocio tra la Pennsylvania Avenue e la 15esima strada, a due isolati dalla Casa Bianca. Un uomo di 29 anni, Rahmanullah Lakanwal, originario dell’Afghanistan e giunto negli Stati Uniti nel 2021 con permessi speciali dopo il ritiro delle truppe americane, ha aperto il fuoco intorno alle 15 ora locale (le 21 in Italia). Due soldati della Guardia nazionale sono rimasti gravemente feriti alla testa. In un primo momento le autorità avevano riferito del loro decesso, notizia poi rettificata.

Secondo il vicecapo della polizia di Washington, Jeff Carroll, il sospetto “ha teso un’imboscata, è sbucato da un angolo, ha alzato un’arma da fuoco e poi ha sparato ai due membri della Guardia nazionale”. Altri militari presenti nella stessa area sono intervenuti poco dopo, neutralizzando Lakanwal e assicurandosi che non potesse fuggire. Il fermo è avvenuto in meno di trenta minuti, agevolato dalla presenza di un ingente dispiegamento di forze dell’ordine in zona.

Gli investigatori, che finora non hanno individuato un movente, hanno trasferito il caso all’Fbi, che condurrà le indagini iniziali con un’ipotesi di reato legata al terrorismo. La segretaria per la Sicurezza interna Kristi Noem ha assicurato “piena collaborazione” alle attività investigative. Il direttore del Bureau, Kash Patel, ha promesso il massimo impegno.

Rahmanullah Lakanwal, che nello Stato di Washington sulla costa ovest aveva ottenuto asilo quest’anno, non risulta collaborativo con gli inquirenti e si ritiene abbia agito da solo. Vive in un’auto che ha utilizzato per raggiungere la capitale.

La sindaca Muriel Bowser ha definito l’episodio “un attacco mirato” contro i militari della Guardia nazionale, schierati fin dall’estate per un’operazione anticrimine voluta dall’amministrazione Trump che ha portato oltre duemila soldati sulle strade della capitale. Il segretario alla Difesa Pete Hegseth ha annunciato l’invio di altri 500 militari: “Questo non farà che rafforzare la nostra determinazione a garantire che Washington sia sicura e bella”.

In un video alla nazione il presidente ha dichiarato: “Questo atroce assalto è stato un atto di malvagità, di odio e di terrore. È stato un crimine contro la nostra intera nazione, contro l’umanità intera”.

Donald Trump, intervenendo sulla piattaforma Truth, ha definito l’autore della sparatoria “un animale” e ha avvertito che “pagherà un prezzo molto alto”. Il tycoon ha inoltre aggiunto: “Dio benedica la nostra grande Guardia nazionale e tutte le nostre Forze armate e dell’ordine. Sono davvero persone straordinarie. Io, come presidente degli Stati Uniti, e tutti coloro che lavorano nell’ufficio della Presidenza, siamo con voi!”

Intanto l’amministrazione federale ha sospeso l’elaborazione dei visti ai cittadini afghani in attesa di una revisione dei “protocolli di sicurezza e controllo”, ha reso noto l’Ufficio per la Cittadinanza e l’Immigrazione. Infine, l’ambasciata italiana a Washington “sta verificando il possibile coinvolgimento di cittadini italiani” nella sparatoria, comunica la Farnesina.