Il bilancio dell’incendio nel complesso residenziale di Tai Po, nei Nuovi Territori di Hong Kong, è salito a 83 vittime, 70 feriti e quasi 300 dispersi, secondo quanto comunicato dal capo dell’esecutivo John Lee in conferenza stampa al Prince of Wales Hospital.
Lee ha precisato che le operazioni di spegnimento sono «in fase di controllo» da poco dopo la mezzanotte locale. Il rogo ha interessato sette degli otto edifici del complesso, estendendosi rapidamente lungo le impalcature di bambù e le reti da cantiere che rivestivano le facciate.
In tempi ristretti i vigili del fuoco hanno potenziato l’intervento, passando dal livello di allerta 1 a quello massimo 5 tra le 15:34 e le 18:22 locali, e hanno recuperato un uomo e una donna trovati incoscienti e con gravi ustioni. Le squadre hanno utilizzato autopompe e scale antincendio per domare le fiamme, che hanno generato dense colonne di fumo visibili a distanza.
Le autorità sospettano che materiali non conformi alla normativa antifiamma abbiano agevolato la propagazione del fuoco. Durante i rilievi la polizia ha scoperto lastre di polistirolo espanso installate accanto all’atrio dell’ascensore della sola torre rimasta illesa. Il segretario alla Sicurezza, Chris Tang, ha annunciato un’inchiesta sui componenti utilizzati nell’edificio.
Diverse testimonianze raccolte dal South China Morning Post segnalano il mancato funzionamento degli allarmi antincendio. Chan Kwong-tak, pensionato di 83 anni residente nel complesso, ha dichiarato: «Se qualcuno stava dormendo in quel momento, era spacciato». L’ex consigliere distrettuale Herman Yiu Kwan-ho ha aggiunto che il sistema si è attivato soltanto quando una guardia di sicurezza ha bussato alle porte degli appartamenti.
La polizia ha arrestato tre uomini con l’accusa di omicidio colposo. Nella serata, l’emittente statale Cctv ha riferito che il presidente Xi Jinping ha espresso le proprie condoglianze alle famiglie delle vittime. Nel frattempo i funzionari distrettuali di Tai Po hanno allestito rifugi temporanei per gli sfollati.