Papa Leone XIV a Beirut: Israele respinge la soluzione dei due Stati

L’aereo con a bordo papa Leone XIV è atterrato all’aeroporto internazionale di Beirut intorno alle 14:45 (ora italiana), scortato da due caccia. Durante il volo verso il Libano il Pontefice ha ripreso il tema dei conflitti in Medio Oriente e in Ucraina, ribadendo che “la Santa Sede già da diversi anni pubblicamente appoggia la soluzione […]

L’aereo con a bordo papa Leone XIV è atterrato all’aeroporto internazionale di Beirut intorno alle 14:45 (ora italiana), scortato da due caccia. Durante il volo verso il Libano il Pontefice ha ripreso il tema dei conflitti in Medio Oriente e in Ucraina, ribadendo che “la Santa Sede già da diversi anni pubblicamente appoggia la soluzione di due Stati” per la pace israelo-palestinese, pur riconoscendo che “in questo momento Israele ancora non accetta questa soluzione. Ma la vediamo come unica soluzione al conflitto che continuamente vivono”. Sul fronte ucraino, ha ricordato che “ancora non abbiamo visto purtroppo una soluzione, però ci sono oggi di nuovo proposte concrete per la pace. Speriamo che Erdogan promuova il dialogo”.

All’arrivo in Libano il Papa è stato accolto dal presidente della Repubblica, dal presidente dell’Assemblea Nazionale, dal primo ministro con le rispettive consorti e dal Patriarca di Beirut. Due bambini in abito tradizionale hanno offerto al Pontefice fiori, pane e acqua. Secondo alcuni testimoni, le campane delle chiese nella capitale e in varie città libanesi hanno suonato simultaneamente al momento dell’atterraggio, in un gesto collettivo di benvenuto.

Nel suo primo discorso al Palazzo presidenziale il Pontefice si è rivolto alle istituzioni locali sottolineando che “pace” non è soltanto una parola, ma “un desiderio e una vocazione, è un dono e un cantiere sempre aperto”. Rivolto alle autorità ha aggiunto: “Il bene comune è più della somma di tanti interessi” e ha definito la pace “molto più di un equilibrio, sempre precario, tra chi vive separato sotto lo stesso tetto. La pace è saper abitare insieme, in comunione, da persone riconciliate”.

Il Pontefice ha esaltato la resilienza del popolo libanese: “Siete un popolo che non soccombe, ma che, di fronte alle prove, sa sempre rinascere con coraggio. La vostra resilienza è caratteristica imprescindibile degli autentici operatori di pace: l’opera della pace, infatti, è un continuo ricominciare”. Rivolgendosi ai responsabili politici ha evidenziato la necessità di perseveranza per costruire e custodire la vita e ha auspicato che il confronto, anche nelle incomprensioni, apra la strada alla riconciliazione.

Particolare rilievo il Pontefice ha riservato al ruolo delle donne e dei giovani: “Mi preme sottolineare il ruolo imprescindibile delle donne nel faticoso e paziente impegno per custodire e costruire la pace. Non dimentichiamo che le donne hanno una specifica capacità di operare la pace, perché sanno custodire e sviluppare legami profondi con la vita e con le persone”. Sottolineando l’importanza del rinnovamento sociale, ha concluso: “Beate, dunque, le operatrici di pace e beati i giovani che restano o che ritornano, perché il Libano sia ancora una terra piena di vita”.