Il governatore di Hong Kong, John Lee, ha annunciato la creazione di una commissione indipendente, presieduta da un giudice, per chiarire le cause dell’incendio che la scorsa settimana ha devastato sette delle otto torri abitative di Wang Fuk Court, nel distretto di Tai Po. Il rogo ha provocato almeno 151 vittime, 79 feriti e più di 30 dispersi, cifra che lo rende l’incidente più letale in città da quasi ottant’anni.
Lee ha spiegato che, «a scoprire la verità e a consentire un cambiamento», affiancherà alle indagini penali questa nuova struttura investigativa, i cui risultati saranno resi pubblici. Durante il briefing settimanale, trasmesso in streaming e segnato da un abito scuro in segno di lutto, il governatore si è detto determinato a «reprimere le forze che sabotano l’unità sociale» e a «rivelare la verità, rendere giustizia a tutti e assicurarci che i defunti possano riposare in pace. Dovremmo ora trasformare la nostra rabbia e il nostro dolore nel potere della riforma».
Nonostante le pressioni dell’opinione pubblica – alimentate da migliaia di petizioni online che chiedevano un’inchiesta più vincolante di una semplice commissione – Lee ha confermato lo svolgimento regolare delle elezioni legislative del 7 dicembre, ritenute fondamentali per «rispettare l’ordine costituzionale e lo stato di diritto» e per «salvaguardare la stabilità sociale dato che costituisce un forte supporto del lavoro post-incendio». I nuovi deputati del LegCo, ha aggiunto, saranno i «partner di cui ha più bisogno».
Sulla natura meno giuridicamente vincolante della commissione indipendente rispetto a un’inchiesta pubblica formale, il governo non ha fornito chiarimenti aggiuntivi. Lee ha inoltre evitato di commentare le notizie relative all’arresto di tre persone per sedizione, limitandosi a invitare «tutti a Hong Kong» a unirsi per sostenere i sopravvissuti. Alla domanda su un’eventuale sua dimissione in conseguenza delle vittime, l’ex capo della polizia ha risposto che «i criminali che autori di reati devono essere assicurati alla giustizia». Finora, le responsabilità del disastro sono state attribuite ai dirigenti delle imprese incaricate della ristrutturazione, accusate di aver impiegato reti scadenti e di aver eluso i test governativi sulla sicurezza.