Cinque ore di consultazioni su Kiev tra Putin, Witkoff e Kushner: il Cremlino ammonisce l’Europa

La guerra in Ucraina è giunta al giorno 1.378 con tensioni diplomatiche in aumento e trattative di pace ancora in bilico. Da Mosca, il presidente Vladimir Putin ha accusato l’Europa di ostacolare gli sforzi statunitensi per negoziare un cessate il fuoco e ha lanciato un avvertimento: “L’Europa ostacola gli sforzi Usa per la pace, se […]

La guerra in Ucraina è giunta al giorno 1.378 con tensioni diplomatiche in aumento e trattative di pace ancora in bilico.

Da Mosca, il presidente Vladimir Putin ha accusato l’Europa di ostacolare gli sforzi statunitensi per negoziare un cessate il fuoco e ha lanciato un avvertimento: “L’Europa ostacola gli sforzi Usa per la pace, se vuole la guerra noi siamo pronti”.

Sul fronte ucraino, il presidente Volodymyr Zelensky si trova in visita ufficiale in Irlanda, dove ha sottolineato l’imminente opportunità di porre fine al conflitto. Secondo Zelensky, “ora, più che mai, c’è la possibilità di porre fine a questa guerra”. Ha inoltre illustrato i punti salienti dell’ultima bozza di accordo, un documento di 20 punti elaborato a Ginevra e in Florida, “ma alcune cose devono ancora essere risolte”.

Nel suo intervento, il leader di Kiev ha ribadito la necessità di impiegare i beni russi congelati in Europa per finanziare la ricostruzione del Paese. “È tempo di usare gli asset russi congelati in Europa per garantire la ricostruzione dell’Ucraina”, ha affermato, aggiungendo che la Russia dovrà “pagare” per le proprie azioni, anche davanti a un tribunale internazionale.

Sul fronte finanziario, secondo un’indiscrezione del Financial Times la Banca centrale europea avrebbe declinato la richiesta di fornire garanzie per il prestito da 140 miliardi di euro destinato all’Ucraina, complicando ulteriormente le prospettive di sostegno economico a lungo termine.