Israele all’Eurovision: Spagna, Irlanda, Paesi Bassi e Slovenia avviano un boicottaggio

I principali broadcaster pubblici di Spagna, Irlanda e Paesi Bassi hanno annunciato che non parteciperanno alla prossima edizione dell’Eurovision Song Contest, in segno di protesta per il via libera concesso a Israele. Poco dopo anche la radiotelevisione pubblica della Slovenia si è aggiunta alla decisione di boicottare il contest, mentre Islanda, Finlandia e Svezia hanno […]

I principali broadcaster pubblici di Spagna, Irlanda e Paesi Bassi hanno annunciato che non parteciperanno alla prossima edizione dell’Eurovision Song Contest, in segno di protesta per il via libera concesso a Israele. Poco dopo anche la radiotelevisione pubblica della Slovenia si è aggiunta alla decisione di boicottare il contest, mentre Islanda, Finlandia e Svezia hanno reso noto di valutare una simile sospensione dell’adesione.

La scelta dei quattro paesi arriva dopo la riunione tenutasi a Ginevra dall’Unione Europea di Radiodiffusione (Ebu), che ha respinto la richiesta di escludere Israele, motivata dalle azioni militari condotte nella Striscia di Gaza. Le emittenti coinvolte sostengono di non poter condividere la vetta internazionale della kermesse con un Paese coinvolto in un conflitto dai costi umanitari rilevanti.

L’Ebu aveva sperato di evitare defezioni introducendo nuove regole di voto per l’edizione 2026, in programma a Vienna dal 12 al 16 maggio. Tra le misure approvate figura la riduzione del numero massimo di voti per ciascun metodo di pagamento (online, SMS e telefonate), dimezzato da 20 a 10 preferenze per utente.

Il presidente israeliano Isaac Herzog ha commentato con soddisfazione la decisione di mantenere il proprio Paese in gara: “Sono lieto che Israele partecipi ancora una volta all’Eurovision Song Contest e spero che la competizione continui a promuovere la cultura, la musica, l’amicizia tra le nazioni e la comprensione culturale transfrontaliera. Grazie a tutti i nostri amici che si sono battuti per il diritto di Israele a continuare a contribuire e competere all’Eurovision. Questa decisione dimostra solidarietà, fratellanza e cooperazione e rafforza lo spirito di affinità tra le nazioni attraverso la cultura e la musica”.