Washington sospende le sanzioni su Lukoil; Putin ribadisce: “Il Donbass sarà russo via negoziati o con la forza”

La guerra in Ucraina entra nel 1.380° giorno di combattimenti senza segnali di una soluzione imminente. Nel frattempo, gli Stati Uniti hanno annunciato la sospensione delle sanzioni nei confronti della compagnia energetica russa Lukoil, decisione motivata da ragioni non dettagliate nella nota ufficiale di Washington. In un intervento di rilievo, il presidente russo Vladimir Putin […]

La guerra in Ucraina entra nel 1.380° giorno di combattimenti senza segnali di una soluzione imminente. Nel frattempo, gli Stati Uniti hanno annunciato la sospensione delle sanzioni nei confronti della compagnia energetica russa Lukoil, decisione motivata da ragioni non dettagliate nella nota ufficiale di Washington.

In un intervento di rilievo, il presidente russo Vladimir Putin ha ribadito l’intenzione di «liberare» il Donbass e la «Nuova Russia» – denominazione con cui Mosca definisce i territori ucraini annessi unilateralmente – «con mezzi militari o con altri mezzi». «Tutto si riduce a questo: o libereremo questi territori con la forza, oppure le truppe ucraine lasceranno questi territori e smetteranno di combattere», ha sottolineato il leader del Cremlino.

Sul fronte diplomatico, lo stesso giorno l’inviato speciale statunitense Steve Witkoff si trova a Miami per un incontro con Rustem Umerov, capo del Consiglio per la Sicurezza nazionale dell’Ucraina. Solo martedì scorso Witkoff ha trascorso quasi cinque ore a Mosca in un colloquio con Putin, che il Cremlino ha definito privo di «alcun compromesso».

Da Berlino arriva infine un giudizio netto sul corso delle ostilità: secondo le autorità tedesche, «Mosca non è interessata alla fine della guerra».