Un documento della Casa Bianca che illustra la nuova Strategia di Sicurezza Nazionale degli Stati Uniti mette in guardia sul rischio di “cancellazione della civiltà” in Europa, sostenendo che, “se le tendenze attuali continueranno”, il Vecchio Continente “sarà irriconoscibile tra 20 anni o meno”. Secondo il testo, l’amministrazione Trump intende spostare l’asse degli interessi Usa verso l’America Latina e intensificare la lotta contro l’immigrazione, riducendo allo stesso tempo l’impegno globale tradizionale.
Tra i fattori che, a giudizio di Washington, minano la storia e la cultura europee rientrano le attività dell’Unione Europea e di altri enti sovranazionali ritenute lesive della libertà politica e della sovranità nazionale; politiche migratorie che avrebbero creato conflitti; restrizioni alla libertà di espressione e soppressione dell’opposizione; il calo dei tassi di natalità e la perdita delle identità nazionali e della fiducia in se stessi.
Per quanto riguarda le priorità verso il continente, gli Stati Uniti puntano a ripristinare “le condizioni di stabilità all’interno dell’Europa e la stabilità strategica con la Russia”, permettendo alle nazioni europee di operare come “gruppo di nazioni sovrane allineate” e di assumersi in prima persona la difesa comune, “senza essere dominate da alcuna potenza avversaria”. Obiettivo ulteriore è “porre fine alla percezione, e prevenire la realtà, di una Nato come alleanza in perpetua espansione”.
Il documento individua inoltre l’Indo-Pacifico come “uno dei principali campi di battaglia economici e geopolitici del secolo a venire” e condanna il presunto fallimento dell’apertura dei mercati Usa alla Cina, in quanto non ha favorito l’adesione di Pechino all’ordine internazionale basato sulle regole.
Per l’Emisfero Occidentale la strategia si articola in due direttrici: “arruolare ed espandere”. Con “arruolare” si intende rafforzare la cooperazione con partner consolidati per controllare la migrazione, bloccare i flussi di droga e garantire la stabilità terrestre e marittima. Con “espandere” si mira invece a stringere legami con nuovi alleati, incrementando al contempo l’attrattiva degli Stati Uniti come partner economico e di sicurezza preferenziale.
Dal suo canto, l’Alto rappresentante per la politica estera dell’Unione europea, Kaja Kallas, ha riconosciuto al Doha Forum che “gli Stati Uniti sono ancora il nostro più grande alleato”, pur ammettendo che “ci sono molte critiche, ma credo che alcune siano anche vere”. “Non siamo sempre stati d’accordo su diversi argomenti – ha aggiunto – ma credo che il principio generale sia ancora valido. Siamo i più grandi alleati e dovremmo restare uniti”.