La Corte Suprema degli Stati Uniti ha annunciato l’intenzione di esaminare il ricorso del Dipartimento di Giustizia contro il provvedimento esecutivo del presidente Donald Trump, volto a escludere dalla cittadinanza per nascita i figli nati sul suolo americano da genitori privi di status legale. Con questa decisione i giudici capovolgono in parte l’orientamento di un tribunale inferiore che aveva bloccato l’ordine esecutivo, ritenuto in contrasto col XIV emendamento e con la normativa federale sul “ius soli”.
Firmato il primo giorno di mandato del secondo mandato di Trump, il decreto interrompeva il riconoscimento automatico della cittadinanza a chiunque nascesse negli Stati Uniti se nessuno dei genitori fosse cittadino americano o titolare di green card. L’ordine non è mai entrato in vigore a causa dei successivi interventi delle corti d’appello che ne hanno sospeso gli effetti.
La Corte Suprema non ha ancora stabilito una data precisa per le udienze, ma ha indicato come probabile il mese di aprile 2026, con una sentenza attesa entro giugno 2026. Qualunque sia l’esito, la decisione avrà ripercussioni sulle politiche migratorie e potrebbe definire i limiti dell’autorità esecutiva in tema di cittadinanza.
In precedenza, sempre quest’anno, la Corte si era già pronunciata con un voto di 6 a 3 su un caso legato alle sospensioni dei tribunali federali, ma senza affrontare direttamente la legalità del provvedimento di Trump sul diritto di nascita.