Oltre quattrocentomila residenti thailandesi sono stati evacuati dalle zone lungo il confine con la Cambogia, comunica il ministero della Difesa di Bangkok, mentre sul terreno proseguono gli scontri tra i due Paesi.
In una conferenza stampa il portavoce Surasant Kongsiri ha spiegato che “oltre 400mila persone sono state trasferite nei rifugi” e che l’operazione è stata condotta perché “i civili sono stati fatti evacuare in maniera massiccia a causa di quella che abbiamo valutato come una minaccia imminente per la loro sicurezza”.
Le autorità thailandesi accusano il vicino orientale di aver collocato armamenti in una zona contesa della provincia costiera di Trat, sostenendo che il presunto dispiegamento abbia innescato la nuova ondata di violenze lungo la fascia frontaliera.
Da parte sua Hun Sen, ex primo ministro cambogiano e ora presidente del Senato, sostiene che Phnom Penh ha mantenuto “pazienza per più di 24 ore nel rispetto del cessate il fuoco e per consentire l’evacuazione dei civili” prima di rispondere militarmente. Lo stesso Hun Sen ha aggiunto che la Cambogia “combatte per difendersi” e ha accusato la Thailandia di avere infranto gli accordi raggiunti nei mesi precedenti.
Il conflitto trae origine da dispute territoriali risalenti all’epoca coloniale francese, con entrambi gli Stati che rivendicano templi e siti storici lungo la linea di separazione. Di recente, il primo ministro thailandese Anutin Charnvirakul ha ribadito che l’esercito nazionale “difenderà la sovranità nazionale” e ha escluso qualsiasi ritiro immediato dalle aree di confine.
Inaspettato è poi intervenuto l’ex presidente degli Stati Uniti Donald Trump durante un comizio, dichiarando: “Ho risolto otto guerre, inclusa quella fra Thailandia e Cambogia, che oggi hanno ripreso. Domani le chiamerò. Chi può fare una telefonata e risolvere una guerra?”