Istat: interrotta fase di crescita, nei prossimi mesi ancora fase debole

“L’economia italiana ha interrotto la fase di crescita, condizionata dal lato della domanda dal contributo negativo della componente interna e dal lato dell’offerta dalla caduta produttiva del settore industriale”. Lo sottolinea l’Istat nella nota mensile sull’andamento dell’economia italiana spiegando che “l’indicatore anticipatore dell’economia rimane negativo a luglio, suggerendo per i prossimi mesi un proseguimento della […]

“L’economia italiana ha interrotto la fase di crescita, condizionata dal lato della domanda dal contributo negativo della componente interna e dal lato dell’offerta dalla caduta produttiva del settore industriale”. Lo sottolinea l’Istat nella nota mensile sull’andamento dell’economia italiana spiegando che “l’indicatore anticipatore dell’economia rimane negativo a luglio, suggerendo per i prossimi mesi un proseguimento della fase di debolezza dell’economia italiana”.

Dopo la crescita registrata nei trimestri precedenti, nel secondo trimestre il prodotto interno lordo, sottolinea l’Istat, “ha subito una battuta d’arresto, segnando una variazione nulla su base congiunturale. La variazione rispetto al secondo trimestre 2015 e’ stata pari allo 0,8%, in calo rispetto all’1% registrato nel primo trimestre”. Alla variazione congiunturale del Pil, spiega l’istituto di statistica, “ha contribuito positivamente la domanda estera netta (+0,2 punti percentuali): le importazioni sono aumentate dell’1,5% e le esportazioni dell’1,9%. L’apporto degli investimenti e dei consumi finali nazionali e’ stato nullo.
La dinamica della domanda interna e’ stata caratterizzata dalla sostanziale stabilita’ dei consumi finali nazionali, sintesi di una crescita dello 0,1% dei consumi delle famiglie e di una flessione dello 0,3% della spesa della Pa, e dalla contrazione congiunturale degli investimenti fissi lordi (-0,3%), determinata principalmente dalla diminuzione della spesa per macchinari, attrezzature e altri prodotti (-0,8%). Gli investimenti in costruzioni hanno registrato una variazione nulla mentre la componente dei mezzi di trasporto ha segnato una variazione positiva (+1,4%)”.
L’industria in senso stretto, prosegue la nota, “ha mostrato segnali di debolezza registrando una riduzione significativa del valore aggiunto (-0,8% rispetto al primo trimestre). Le attese per il prossimi mesi permangono deboli. Il clima di fiducia delle imprese manifatturiere e’ infatti peggiorato nel mese di agosto non evidenziando segnali di particolare vivacita’ tra le componenti. Il valore aggiunto delle costruzioni ha invece segnato un lieve incremento congiunturale (+0,1%) dopo il forte calo registrato nel trimestre precedente (-0,5% rispetto al quarto trimestre 2015). Ad agosto, il clima di fiducia ha segnato un peggioramento mantenendosi comunque sui livelli piu’ elevati degli ultimi mesi. Anche il comparto dei servizi ha registrato una variazione congiunturale positiva (+0,2), confermando una tendenza espansiva che persiste da 5 trimestri, seppure con andamenti differenziati a livello settoriale. Le attivita’ finanziarie e assicurative hanno segnato la diminuzione piu’ marcata (-0,6%), anche se di intensita’ minore rispetto ai trimestri precedenti. Flessioni di minore entita’ hanno caratterizzato i servizi di informazione e comunicazione e la PA, difesa, istruzione e sanita’ (-0,2% per entrambi i comparti). Incrementi significativi riguardano le attivita’ professionali e di supporto (+0,5%), il commercio, il trasporto e l’alloggio (+0,4%) e le attivita’ immobiliari (+0,4%)”.

Nel mese di luglio, rileva ancora l’Istat, “la dinamica del mercato del lavoro ha mostrato una battuta d’arresto. Gli occupati totali sono diminuiti di circa 63 mila unita’ (-0,3%) dopo 4 mesi consecutivi di aumento. Nel trimestre maggio-luglio, l’occupazione e’ comunque aumentata in misura significativa (+0,7% rispetto al trimestre precedente, pari a +157 mila unita’). La riduzione degli occupati in luglio ha riguardato esclusivamente gli indipendenti (-68 mila) e in misura maggiore la componente femminile (-51 mila). I disoccupati totali sono diminuiti determinando un calo del tasso di disoccupazione che si e’ attestato all’11,4% (-0,1 punti percentuali). Nella fascia di eta’ 15-24 il tasso di disoccupazione e’ cresciuto per il terzo mese consecutivo (+39,2%) mentre per gli occupati con 50 anni e piu’ il tasso di occupazione e’ aumentato per la settima volta dall’inizio dell’anno. Le retribuzioni sono rimaste sostanzialmente stabili rispetto a giugno”.

 

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