Amnesty International chiede ad Haiti di sradicare la schiavitù infantile

Le autorità di Haiti devono introdurre una legislazione per proteggere i bambini e le bambine che lavorano come aiutanti domestici in condizioni che equivalgono alla schiavitù, ha affermato oggi (mercoledì 18 novembre 2009) Amnesty International, lanciando una campagna per chiedere al governo haitiano di agire per proteggere questi bambini e queste bambine da abusi, maltrattamenti […]

HaitiLe autorità di Haiti devono introdurre una legislazione per proteggere i bambini e le bambine che lavorano come aiutanti domestici in condizioni che equivalgono alla schiavitù, ha affermato oggi (mercoledì 18 novembre 2009) Amnesty International, lanciando una campagna per chiedere al governo haitiano di agire per proteggere questi bambini e queste bambine da abusi, maltrattamenti e sfruttamento.Molte famiglie haitiane, a causa della povertà, sono obbligate a mandare i figli e le figlie a lavorare presso altre abitazioni, dove finiscono col pulire, cucinare, fare lunghi tragitti per andare a prendere l’acqua e badare agli altri bambini della famiglia.

In molti casi, si tratta di una condizione di effettiva schiavitù“- ha affermato Gerardo Ducos, ricercatore di Amnesty International su Haiti. “I bambini e le bambine lavorano in condizioni disumane, subiscono violenze e abusi da chi li ospita, solo per un piatto di cibo”. 

La condizione delle bambine e delle ragazze impiegate come collaboratrici domestiche è drammatica: secondo l’Unicef, nel 2007 erano almeno 100.000. Intrappolate in una situazione di totale dipendenza, molte ragazze sono costrette a sopportare violenze e abusi sessuali. Alcune abbandonano il lavoro o la famiglia che le ospita e vanno a vivere in strada dove non hanno altra opzione, per sopravvivere, che vendere il proprio corpo.

Régina, una ragazza di 15 anni, ha raccontato ad Amnesty International che, all’età di 10 anni, è stata mandata a lavorare come domestica, ma è scappata via perché le bastonate erano diventate insopportabili. Ha passato i successivi quattro anni a Foyer Maurice Sixto, un rifugio per ex collaboratori domestici. In questo periodo ha potuto andare a scuola. All’età di 14 anni è tornata a casa, dove ha subito ulteriori abusi.

 

Le ragazze di Haiti sono intrappolate in una spirale di povertà e violenza“- ha dichiarato Gerardo Ducos. “Sradicare questa moderna forma di schiavitù è il solo modo per proteggere i diritti di migliaia di bambini e bambine“.

Le leggi haitiane non contemplano un quadro giuridico per la protezione dei bambini.

La Legge per la proibizione e l’eliminazione di ogni tipo di abuso, violenza e trattamento inumano dei bambini, entrata in vigore nel 2003, ha abrogato un capitolo del Codice del lavoro che regolava il lavoro dei bambini nei servizi domestici, senza mettere al bando la pratica.

Il Codice proibiva “l’impiego” di bambini al di sotto dei 12 anni di età come lavoratori domestici e garantiva che chi aveva più di 15 anni ricevesse un salario. Stabiliva inoltre che le famiglie di adozione che intendevano impiegare un bambino come lavoratore domestico avrebbero dovuto, tra gli altri adempimenti, chiedere l’autorizzazione all’Istituto per l’assistenza e la ricerca sociale.

In vista della Giornata universale dell’infanzia, il governo di Haiti deve aumentare il suo impegno per proteggere le ragazze lavoratici domestiche e compiere dei passi concreti per migliorare la loro situazione” – ha concluso  Gerardo Ducos.

Amnesty Italia

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