Sono almeno 15 i morti negli scontri di domenica tra dimostranti e polizia in Iran. A riferirlo è la televisione di Stato: secondo il ministero dei Servizi segreti le vittime sono “cinque terroristi” e “più di dieci” appartenenti ai gruppi controrivoluzionari. A Teheran, in occasione della festività religiosa dell’Ashura, l’opposizione aveva sferrato la maggiore sfida al regime dal giorno delle elezioni presidenziali. Arrestati membri dell’opposizione
All’indomani delle peggiori violenze in Iran dalle elezioni presidenziali di giugno le forze di sicurezza hanno arrestato diversi collaboratori dell’ex presidente riformista, Mohammad Khatami, e del leader dell’opposizione, Mir Hossein Mousavi. Secondo il sito dell’opposizione, intanto, la polizia ha sparato lacrimogeni per disperdere i dimostranti, scesi di nuovo in piazza per protestare contro il regime di Teheran.
In particolare, agenti degli apparati di sicurezza hanno fatto irruzione nella Fondazione Baran, di Khatami, dove hanno arrestato due suoi collaboratori, tra cui un ex ministro, e sequestrato numerosi documenti. Lo rende noto Parlemanews, il sito dei deputati riformisti. Gli agenti hanno arrestato l’ex ministro delle cooperative, Morteza Haji, attuale direttore della fondazione, e il suo vice Hassan Rassuli. Portati via dagli agenti documenti relativi all’attività della fondazione, che riunisce diversi ex ministri e collaboratori di Khatami dai tempi in cui era presidente, dal 1997 al 2005.
Fermati nelle ultime ore anche il più stretto collaboratore di Mousavi, Alireza Beheshti, insieme a (Ghorban) Behzadian-Nejad e (Mohammad) Bagherian, anch’essi vicini al leader dell’onda verde’. All’alba, secondo il sito dell’opposizione Rah-e-Sabz, erano stati fermati Ebrahim Yazdi, che era stato vice-premier e ministro degli Esteri nel primo governo dopo la rivoluzione del 1979 e un difensore dei diritti civili, Emad Baghi.
Foto by: United4Iran
[nggallery id=23]
Lascia un commento