Sculture di ghiaccio in Cina

In questi giorni ha fatto un gran freddo ovunque, soprattutto in Cina, con la stessa Pechino stretta in una morsa di ghiaccio, traffico paralizzato e difficoltà di ogni genere. Tuttavia il freddo ha portato anche un vantaggio. Nella città di Harbin, meglio conosciuta come Ice City (la città di ghiaccio), nella provincia di Heilongjiang, a nord-est […]

In questi giorni ha fatto un gran freddo ovunque, soprattutto in Cina, con la stessa Pechino stretta in una morsa di ghiaccio, traffico paralizzato e difficoltà di ogni genere. Tuttavia il freddo ha portato anche un vantaggio. Nella città di Harbin, meglio conosciuta come Ice City (la città di ghiaccio), nella provincia di Heilongjiang, a nord-est della Cina, l’annuale Festival internazionale del ghiaccio è stato un enorme successo, con gigantesce sculture di ghiaccio, città ricostruite con strade e palazzi a grandezza reale (vedi video su http://www.yalp.alice.it/video/news/ultimora/aa/dv-50165845.html) e l’esaltane ricostruzione, in grande scala, della copia perfetta della Città proibita (vedi http://viaggi.virgilio.it/reportage/asia/pechino.html). Il festival, che è giunto quest’anno alla 26^ edizione (il primo Festival si è tenuto il 16 gennaio 1985), è stato inaugurato il 5 gennaio e si concluderà il prossimo 5 febbraio.  Le sculture sono una sessantina e, oltre a quelle già descritte, vi è una la più alta statua del mondo di Babbo Natale: alta ben 60 metri. Oltre a ciò molto apprezzate le sculture con personaggi della Disney (vedi: http://stefanodamiano.blogspot.com/2010/01/cina-festival-del-ghiaccio-con-i.html). Le gelate, in media, ad Harbin durano 190, con inverni  molto rigidi e temperature medie, a gennaio-febbraio, che vanno dai -20 ai meno 40. La città, chiamata in Russo Kharbín, è molto antica (notizie ne fanno risalire la fondazione al 3457 a.C, chiamata la “Mosca d’Oriente” e oggi con oltre 9 miliomi e mezzo di abitanti.
All’inizio dello scorso secolo 160.000 espatriati, provenienti da 33 nazioni che includevano Stati Uniti, Germania, Polonia, Giappone e Francia, migrarono ad Harbin, costruendovi dei consolati e alcune migliaia di banche industriali e commerciali, oltre a imprese di ogni tipo. Nel Dicembre del 1918, durante la guerra civile in Russia, alcune migliaia di alti ufficiali e semplici soldati andarono in esilio ad Harbin che, a questo punto, la città con più russi al di fuori della Russia.
I russi di Harbin costruirono alcune decine di scuole russe, e pubblicarono anche riviste e giornali di letteratura russa, che ancora oggi hanno larga diffusione.

Carlo Di Stanislao

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