FORMAZIONE: ENAIP, OGNI 100 EURO DI FONDI PUBBLICI, 40 PERSI IN ADEMPIMENTI BUROCRATICI

Roma, 28 gennaio 2010 – La spesa in procedure burocratiche del comparto della formazione professionale ha raggiunto livelli «inaccettabili». Per ogni 100 euro erogati dall’Ente pubblico per realizzare formazione oltre 40 vengono oggi «buttati» per adempiere ad obblighi formali e rendicontativi.La denuncia arriva dall’Enaip, l’ente nazionale di formazione professionale delle Acli, che ha riunito a […]

Roma, 28 gennaio 2010 – La spesa in procedure burocratiche del comparto della formazione professionale ha raggiunto livelli «inaccettabili». Per ogni 100 euro erogati dall’Ente pubblico per realizzare formazione oltre 40 vengono oggi «buttati» per adempiere ad obblighi formali e rendicontativi.La denuncia arriva dall’Enaip, l’ente nazionale di formazione professionale delle Acli, che ha riunito a Cagliari i propri dirigenti da tutta Italia per discutere della riforma del sistema formativo del nostro Paese, in attesa delle linee guida che il Governo dovrà emanare a breve. Le Acli si aspettano una profonda riorganizzazione della formazione in Italia, che vada verso la «personalizzazione» dei percorsi formativi, il superamento della frammentazione territoriale e settoriale, la semplificazione della regolamentazione amministrativa.

Per Maurizio Drezzadore, presidente Enaip e responsabile delle Acli per le questioni del lavoro, «va profondamente rivisto questo spreco inutile di risorse con una drastica semplificazione delle procedure, allineando l’Italia ai pochi obblighi comunitari e così consentendo di aumentare, senza aggiunta di ulteriori risorse, la dotazione economica del settore». «Un’efficace azione formativa – insiste Drezzadore – è la risposta migliore per contrastare la disoccupazione e favorire il rientro dei lavoratori in cassa integrazione».

Secondo l’ente di formazione delle Acli – una rete di 5mila formatori, 50mila allievi, 230 sedi formative in tutta Italia – tra gli ostacoli maggiori allo sviluppo del settore c’è «la frammentazione territoriale e settoriale che contraddistingue l’intero comparto». A nove anni dall’entrata in vigore del Titolo V della Costituzione, manca ancora la definizione dei livelli essenziali delle prestazioni di istruzione e formazione, col risultato di «un proliferare di diversi modelli di gestione della formazione professionale non comunicanti tra loro». «E’ necessario – ribadisce Drezzadore – che il Governo ponga rapidamente rimedio a questa situazione approntando al più presto i requisiti indispensabili di standard per tutto il territorio nazionale. E’ inoltre urgente che venga definito il repertorio delle qualifiche, in modo da rendere uniforme su tutto il territorio nazionale il tipo di qualifica, gli standard di competenze e il monte ore in cui conseguirla».

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