Primi giorni da Commissario per il Governatore Chiodi

Primi giorni di Chiodi e Cialente, commissario e vice dell’area del terremoto, dopo la prima fase, conclusasi il 31 gennaio, dell’emergenza. E giorni di fuoco, con il problema dei pagamenti autostradali e degli aiuti da fornire all’industria, in ginocchio dopo il sisma del 6 aprile. E poiché sono molte le voci preoccupate che nel “cambio” […]

Primi giorni di Chiodi e Cialente, commissario e vice dell’area del terremoto, dopo la prima fase, conclusasi il 31 gennaio, dell’emergenza. E giorni di fuoco, con il problema dei pagamenti autostradali e degli aiuti da fornire all’industria, in ginocchio dopo il sisma del 6 aprile. E poiché sono molte le voci preoccupate che nel “cambio” vedono il pericolo di uno Stato che si allontana, sin da subito chiarisce che “c’è una cosa che va assolutamente precisata: non è vero che la ricostruzione post-sisma passa da oggi dalla Protezione civile, e quindi dal Governo, alla Regione Abruzzo. Io sono commissario governativo, come Cialente è vice commissario governativo.
E’ il Governo che continua ad essere presente qui, all’Aquila, per gestire quest’evento straordinario a livello nazionale. I poteri che finora sono stati di Guido Bertolaso non saranno, dunque, della Regione Abruzzo o del Comune dell’Aquila. Ma resteranno al Governo, nelle mani di fugure diverse”. Con l’ordinanza del presidente del consiglio dei ministri n. 3833 del 22 dicembre 2009, in cui viene disposto che l’attività’ finora svolta dalla DICOMAC (struttura del Dipartimento nazionale di Protezione civile di coordinamento e controllo di tutte le attivista connesse con l’emergenza e la ricostruzione post terremoto) venga rilevata da una omologa struttura operativa appositamente istituita dal Commissario delegato Gianni Chiodi, Presidente della Regione Abruzzo.
La stessa ordinanza individua nella persona del sindaco dell’Aquila, Massimo Cialente, la funzione di vice Commissario vicario. Mentre per il personale del Dipartimento della Protezione civile, già operante nell’ambito dell’ex DICOMAC e utilizzato per le attività di completamento del progetto CASE e dei moduli abitativi provvisori (MAP) e scolastici (MUSP), è previsto che resti operativo fino al loro completamento. Per assicurare un adeguato supporto tecnico ed operativo all’azione del Commissario delegato, lo stesso è autorizzato a costituire una Struttura Tecnica di Missione, che lo coadiuvi nelle funzioni di sintesi e di coordinamento delle attività da svolgere, e di garanzia della trasparenza e della conformità alla normativa vigente.
Funzioni e poteri di questa Struttura, che sarà disciplinata da un’ordinanza che il Commissario Chiodi si appresta a firmare nella giornata odierna, saranno illustrati nel corso di una conferenza stampa che è stata convocata per domani, mercoledì 3 febbraio 2010, alle ore 11.45, nell’area URP della stessa struttura posta all’interno della caserma della Scuola della Guardia di Finanza, a Coppito (varco n. 3). E siccome ieri Chiodi ha dichiarato ”Da oggi -le scelte saranno concordate e condivise. Ma questo non significherà rallentamento nella ricostruzione. Tutto sarà fatto nella massima sinergia ed in tempi ragionevoli: non uno, ne due…ne’ dieci anni”.
Il neo commissario ha altresì confermato che per quanto riguarda il progetto CASE, i Mar ed i Map, la gestione sarà completata dalla Protezione civile e dal Comune dell’Aquila”, sarà il caso di partecipare alla conferenza per comprendere come s’intende ora procedere nella ricostruzione e per il rilancio d’imprese e lavoro, nell’area terremotata. Ieri si è appreso (sempre da sue dichiarazioni battute dalle agenzie di stampa), che per il rilancio dell’occupazione sono stato immesso un plafond complessivo di oltre 77 milioni, con 20 milioni di euro derivati dal Fondo Sociale Europeo e rivolti a stimolare le imprese abruzzesi verso nuove assunzioni a tempo indeterminato, ma anche ai 35 milioni di euro stanziati per la riattivazione delle imprese operanti nell’area del ”cratere” aquilano per i danni generati dal terremoto. Siamo certi che Chiodi sia persona capace e di parola, ma lui sia certo che noi aquilani vigileremo e non potrà, il pupillo di Berlusconi, in caso d’errori, cavarsela come nel caso dello “spot” del 25 novembre 2008, uno spot in cui lo si vede, ancora candidato del Pdl alla presidenza dell’Abruzzo, mentre invita i giovani a presentarsi con il proprio curriculum per un’opportunità di lavoro presso i comitati elettorali o i gazebo. Vigileremo perché non debbano di nuovo circolare voci strane, come, come ad esempio, l’allargamento della “zona franca” all’intera Regione e lo shuntamento dei fondi assicurativi dell’ospedale de L’Aquila, dirottati verso altri nosocomi. Con l’uscita di scena di Bertolaso è evidente che l’emergenza è finita e che ora i cittadini coinvolti nel terremoto debbono avere quanto serve per riprendere la vita quotidiana: case, edifici pubblici (enti pubblici, scuole ecc.), edifici industriali, inclusi quelli agricoli e pastorizi.
Ora occorre mettere mano, con razionalità e senza ricerche ad effetto, quanto occorre per la ricostruzione vera e propria; mettere mano al programma di ricostruzione del centro storico e a quello relativo alla risoluzione della crisi occupazionale e del futuro delle giovani generazioni dell’area colpita. E siccome siamo convinti, come Giorgio De Mattesis, che la “ricostruzione” de L’Aquila e dei comuni terremotati, fino ad ora è servita unicamente come passerella propagandistica da parte della maggioranza, ora si valuterà quanto è davvero in grado di fare il Governatore e Commissario individuato dal Governo. Le prime dichiarazioni dei nostri politici sono sconfortanti. “Il governo non è attendibile”, ha detto il Sindaco de L’Aquila e Vicecommissario Massimo Cialente, “da un lato promette di tutto, poi all’ atto pratico non garantisce nemmeno il minimo” e gli fa sponda la presidente della Provincia (la più amata dagli italiani, secondo il recente sondaggio su Il Sole 24 ore), Stefania Pezzopane, che dichiara ancora  la mancanza di una adeguata politica economica per la ricostruzione, in modo particolare il reperire i soldi dalla finanza ordinaria anziché straordinaria togliendoli dai bilanci delle province del sud. Insomma, a conti fatti, dopo queste prime 48 ore, è evidente non solo che a L’Aquila e dintorni la ricostruzione è ancora al di là dall’incominciare, ma ancora si gioca sulle parole e sull’effettismo, ignorando i problemi reali ed il reale reperimento e la destinazione dei fondi.

Carlo Di Stanislao

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