Avatar la pluralità dei mondi e il ruolo dei media

Qual è il ruolo dei media nell’universo di Avatar? Quanti siamo nell’Universo? La razza umana è una sulla Terra. Siamo “unici” nella Galassia, per ora. Nonostante i 429 pianeti finora scoperti là fuori, che grazie ai telescopi spaziali come Keplero (http://kepler.nasa.gov/) entro pochi mesi potrebbero improvvisamente accompagnare super-Terre ed esomondi, infrangendo i limiti teorici previsti […]

Qual è il ruolo dei media nell’universo di Avatar? Quanti siamo nell’Universo? La razza umana è una sulla Terra. Siamo “unici” nella Galassia, per ora. Nonostante i 429 pianeti finora scoperti là fuori, che grazie ai telescopi spaziali come Keplero (http://kepler.nasa.gov/) entro pochi mesi potrebbero improvvisamente accompagnare super-Terre ed esomondi, infrangendo i limiti teorici previsti dall’astronomo americano Isaac Asimov, per ora siamo l’unica razza intelligente e di gradevole aspetto dell’Universo. Magari senza la coda e le orecchie volpine dell’amabile gattona blu Neytiri in Avatar, il capolavoro cinematografico di James Cameron, oggi incredibilmente “scippato” dai fondamentalisti di tutto il mondo (altra provocazione ideologica, visto che Avatar è l’esaltazione dei valori della vita e della libertà!) per le loro politiche contro l’Occidente. Avatar ha conquistato il premio per la migliore scenografia “fantasy”, assegnato dal sindacato degli scenografi che anticipa il premio Oscar della categoria: Rick Carter e Robert Stromberg portano a casa il Production Design Awards dell’Art Director’s Guild, il sindacato degli scenografi di Hollywood composto anche dai membri dell’Academy che voteranno il 7 marzo agli Oscar di Los Angeles. Mentre Avatar, dal 14 febbraio trasmesso in “streaming” via web nello spazio, conquista in Italia il quinto weekend consecutivo – secondo le rilevazioni Cinetel – con 3.799.150 euro per 54.230.341 euro complessivi e l’incasso mondiale di 2,35 miliardi di dollari, primato internazionale senza precedenti, impazza la “blu vision”: un’onda giovanile di protesta sociale, culturale e politica (da far impallidire il ’68) che sommergerà tutte le dittature sulla Terra. Sembrerà strano ma Avatar consente di affrontare la differenza e il rapporto tra le identità, oggi pane quotidiano di ogni Politico che si rispetti in una democrazia liberale. Non basta applicare solo una di queste due formule prese a prestito dalla matematica: quella del “massimo comun divisore” che vuol superare le divisioni cercando di trovare i pochi ma importanti fattori comuni al gruppo in oggetto, oppure quella del “minimo comune multiplo” che cerca il massimo delle differenze per affermare ed esaltare a largo spettro la specifica ricchezza delle diversità. E’ solo facendole applicare entrambe che si comprende l’importanza di scomporre e analizzare i singoli fattori, quelli comuni e quelli diversi esaltando la possibile armonia all’interno della nostra stessa razza, quella umana. Ma non tutti lo capiscono. L’ultimo anno dello scorso decennio, il 2009, è stato dichiarato l’anno con la più alta incidenza di episodi antisemitici ed antisionisti: le periodiche esternazioni di certi “opinionisti” di alto profilo fanno salire la pressione a molte persone di buona pazienza e volontà, cattolici compresi. Esiste uno zoccolo duro di antisemiti ed antisionisti inveterati, poi una grossa frangia di pregiudizio e infine una discreta massa di indifferenti. Si tratta certamente di una condizione fisiologica che l’Onda Blu avatariana sommergerà ben presto. Se il ventre che partorisce persone irrazionali è sempre gravido, ma la natalità è bassa, possiamo essere certi che la rivoluzione di Internet annienterà pacificamente tutte le dittature sulla Terra. La possibilità di diffondere fuori dai confini nazionali immagini e filmati dei crimini contro persone inermi dell’Umanità, è fondamentale e irreversibile. Gli stessi Facebook e Twitter che da trappole per adolescenti videodipendenti, si trasformano nel solo modo possibile in cui raccontare il dramma di un popolo in costante lotta per la libertà, si riveleranno decisivi. E’ solo questione di settimane. Il conto alla rovescia è iniziato lo scorso anno. A Teheran e dintorni, Internet ha conosciuto un vero e proprio boom. In pochi mesi gli utenti che scrivono e pubblicano foto dall’Iran sono passati da venticinquemila a un milione. E lo fanno con grande partecipazione e impegno. Meriterebbero loro il Premio Pulitzer. Israele, Palestina, Libano, Afghanistan, Dubai e Iran. Molto presto tutta l’Africa e tutti i Nativi del mondo. Il desiderio di libertà e speranza per una vita migliore, sono diritti inalienabili comuni sia all’Occidente sia al vicinissimo Oriente. E l’intera comunità internazionale, dopo il fenomeno Avatar, deve decidersi a stabilire con parole chiare, univoche e unanimi, che in linea di principio non è accettabile sulla Terra l’esistenza dell’armamento atomico, chimico e batteriologico. Soprattutto non sono accettabili armi di distruzione di massa a disposizione di uno Stato i cui leader hanno proclamato apertamente la volontà di distruggere Israele, negando insieme la Shoah e la legittimità di un focolare nazionale ebraico. Su queste cose a nessuno piace scherzare, eludere il problema, formalizzare e protocollare le questioni diplomatiche. Non si deve respingere alcun segnale di buona volontà ma è già accaduto che gli sforzi di dialogo siano stati frustrati dalla logica dell’inganno e del comprare il tempo. Con Hitler ci costò il secondo conflitto mondiale e centinaia di milioni di morti nel “secolo breve”.

A chi voglia mettere l’Occidente di fronte al fatto compiuto, occorre dare risposte robuste e incontrovertibili. Un impegno effettivo italiano nei confronti dell’Iran è molto atteso non solo da parte israeliana. Dall’Italia devono essere decise subito due questioni: sanzioni contro Teheran e aiuto per far inserire le Guardie della Rivoluzione iraniana nella lista europea delle organizzazioni terroristiche. L’Italia, proprio a causa delle sue relazioni con l’Iran, ha un peso specifico superiore a tanti altri su questi temi.
Non basta sostenere le nuove sanzioni internazionali, ma si deve con coraggio (come il Marine “Jake” in Avatar) mettersi alla guida del processo politico e legislativo, per approvare risoluzioni a difesa dello Stato di Israele e della Pace. L’Italia deve farsi promotrice a Bruxelles dell’iniziativa di inserire le Guardie della Rivoluzione nella lista europea delle organizzazioni terroristiche. Non solo. Bisogna liberare i giornalisti dai lacci della politica. Qual è il ruolo dei media nell’universo di Avatar? Certamente non vorrei essere l’addetto stampa della compagnia RDA e se lo fossi mi unirei alla “resistenza” a fianco dei Na’vi, per non tradire i miei valori. Ce lo ricorda sulla Terra il Presidente della Repubblica Italiana, Giorgio Napolitano, in un discorso al Quirinale di qualche mese fa quando ha indicato la libertà di espressione sancita dall’articolo 21 della Costituzione come «uno dei principi da tener sempre cari, da preservare e far vivere in Italia e ovunque». “Reporters sans frontiers” ha pubblicato il 20 ottobre 2009 l’annuale rapporto sulla libertà di stampa nel mondo. Secondo la nuova classifica i dati più rilevanti sono l’aumento della libertà di stampa negli Stati Uniti nel 2009 (dal 40esimo posto al 20esimo) e la diminuzione di tale diritto in Paesi come Iran (73esimo) e Palestina (150esimo). Anche per l’Italia un responso negativo, col nostro Paese che scende dalla 44esima posizione del 2008 alla 49esima del 2009. Il Paese che si piazza in testa alla classifica è la Danimarca, seguita da Finlandia e Irlanda. Ultimo classificato (su 175 paesi monitorati) l’Eritrea. E che dire della Giustizia? E’ davvero cieca, come indicano numerose immagini femminili che la ritraggono con una benda sugli occhi? La Giustizia non vede? Adriano Prosperi (Giustizia bendata: percorsi storici di un’immagine, Einaudi, 2008) ispira questa curiosa simmetria. Di una donna che reca in mano una iscrizione vermiglia: Ego sum a regno Dei separata. Nelle allegorie, evidentemente, esiste una cecità positiva e una negativa. Adesso che in Italia, per fortuna, la Legge potrebbe diventare il luogo per un confronto sereno, che succede ai giornalisti ed ai pubblicisti? Di difendere contratti di lavoro altrui, non i propri, in nome di una difesa divenuta per i più deboli semplicemente impossibile. Diritto italiano e diritto ebraico sono tesori preziosi. In aiuto agli ebrei è venuto il diritto romano, nei primi anni Trenta, quando illustri cattedratici dottamente dimostrarono a rozzi colleghi l’incompatibilità fra il razzismo e la natura pluralistica, se preferite oggi multietnica, del diritto romano universale.
E’ una ricchezza in più sapere analizzare casi giudiziari da più punti di vista, come saper parlare più lingue straniere. Il diritto ebraico potrebbe ad esempio venire in soccorso per risolvere la piaga italica dei conflitti d’interesse, appianare i rapporti fra Magistratura, Politica e Giornalismo, che nell’Italia odierna appaiono essere più vermigli che altrove. La “caduta” del giornalismo (e quindi della libertà) in tali controversie, servendosi sempre del condizionale, è evidente soprattutto all’estero. E preferiamo non prendere a bersaglio “altri” conflitti d’interessi di cui tutti parlano ma che è bestemmia solo proferire a voce, figurarsi per iscritto. Per il diritto ebraico l’ibrido come forma di impurità va snidato ovunque. Può un Magistrato diventare Ministro? Può un Comico fondare un partito il cui segretario è un giornalista affermato? Per il Magistrato risponde Arturo C. Jemolo, uno dei giuristi ebrei-cristiani nel Novecento fra i più competenti, che nel 1946 aveva implorato i Costituenti: “Sarà utile stabilire che il Magistrato non possa lasciare il suo ufficio di giudice per andare a sedere ad un tavolo di Ministero” (Che cos’è la Costituzione, Donzelli, 2008, p. 43). Per il Comico risponde da Vienna un altro ebreo anticonformista, Karl Kraus, che in ogni ibridismo trovava qualcosa di impudico, di indecente. Come un poeta che recita in pubblico le sue poesie. O un cuoco che mangia. Per il giornalista, rimando ai libri di Montanelli. Ma che cos’è la libertà di stampa, d’informazione e di comunicazione oggi in Italia? Chi la alimenta, chi la fa vivere nel diritto, e sono solo sui giornali cartacei e sui notiziari Internet, tutti i giorni? Adesso capiamo le potenzialità inespresse del messaggio di Avatar, un’allegoria della libertà impossibile. Il fatto è che il mistero del Male in eterna lotta contro il Bene, non può essere risolto facilmente. La Terra Santa, gli aborti, il genocidio dei bambini in Africa (un milione muore ogni anno solo per la malattia del sonno!), sono gli esempi più attuali. Sembra di essere tutti “pedine” di uno strano gioco al massacro che potrebbe annientare la razza umana sulla Terra, precludendone ogni possibilità di sopravvivenza ed evoluzione. Altro che volo interstellare! E poi ci sono la cultura dell’impunità e del tradimento, sapientemente espressi in Avatar, in nome di quello stesso profitto in mancanza del quale il viaggio su Alpha Centauri a bordo della nave ISV (alimentata da un generatore ad antimateria che, secondo James Cameron, consente di raggiungere una velocità-luce di 0.7c) e dei Valkyrie Space Shuttle stratosferici, sarebbe stato semplicemente impossibile. La cultura dell’impunità è qui praticata dalla compagnia RDA e dai suoi mercenari (www.abs-cbnnews.com/views-and-analysis/01/30/10/avatar-and-culture-impunity) per la necessaria colonizzazione di Pandora, inizialmente dettata da esigenze di natura mineraria (Unobtanium, minerale anti-gravitazionale), ma che, dopo il finto ritiro, provocherà l’inevitabile esodo dei terrestri dalla Terra morente del XXII Secolo sul pianeta dei Na’vi. Se il ruolo dei media nell’universo di Avatar (e nel nostro!) è semplicemente di totale asservimento agli interessi della compagnia, allora la libertà da tutti ricercata nella Storia è quella vera? Ma questa è un’altra storia.

Mentre continua in cristalli purissimi criogenizzati la ricerca della Materia Oscura e di altri Eventi Rari al Laboratorio Nazionale del Gran Sasso dell’Infn sotto il Gran Sasso, la sfida dei ricercatori di tutto il mondo per studiare sistemi fisici a temperature sempre più vicine allo zero assoluto, si arricchisce di un contributo importante. Che arriva ora da una ricerca pubblicata su Physical Review Letters, la prestigiosa rivista dell’American Physical Society, a firma di Giuseppe Mussardo, Andrea Trombettoni e Marton Kormos della Sissa di Trieste.
I ricercatori della Scuola Internazionale Superiore di Studi Avanzati hanno scoperto un metodo per calcolare, in maniera esatta, le proprietà dei gas ultra-freddi. Sistemi atomici di forte interesse per molte branche della fisica moderna: oltre al loro intrinseco interesse teorico, hanno un forte impatto nel campo della metrologia (scienza volta a determinare le costanti fondamentali della natura) e presentano un’alta potenzialità tecnologica. Basti pensare ai nuovi laser atomici che usano atomi invece di fotoni, e possono essere impiegati in diverse applicazioni scientifiche, quali per esempio la progettazione di nuovi chip nanometrici. La corsa verso lo zero assoluto impegna da decenni i maggiori laboratori internazionali di criogenia, dove gli scienziati si avvalgono di particolari trappole ottiche per studiare, in varie configurazioni geometriche, la fisica di questi gas. Il team della Sissa è riuscito a determinare esattamente, per la prima volta, il calcolo teorico delle proprietà di questi sistemi. «Poter calcolare con esattezza le proprietà dei gas ultra-freddi è estremamente importante per chi costruisce tali dispositivi» – spiega Giuseppe Mussardo, coordinatore del gruppo di ricerca. In particolare, conoscere il tempo di vita media dei gas ultrafreddi significa sapere qual è il lasso di tempo che i fisici hanno a disposizione per effettuare misure ed esperimenti prima che questi sistemi solidifichino, fino a formare un pezzo inerte di materia. «Il nostro risultato – rivela lo scienziato – getta una luce nuova su alcuni aspetti di fisica fondamentale, offrendo approcci innovativi per lo studio dei sistemi ultra-freddi che, per la loro stessa natura, sono veramente unici. Questi sistemi sono dei “simulatori” perfetti: grazie ad essi, si possono studiare con grande accuratezza fenomeni che appaiono in contesti fisici completamente differenti». In questi sistemi, grazie alle nuove tecniche di raffreddamento della fisica atomica, è possibile raggiungere temperature di soli alcuni miliardesimi di grado sopra lo zero assoluto. «E in vicinanza dello zero assoluto – spiega Mussardo – la natura inizia a evidenziare comportamenti strabilianti. L’elio liquido comincia a scorrere senza alcun attrito, altri materiali diventano invece dei superconduttori».
Questi, e altri effetti altrettanto sorprendenti, fanno della fisica delle bassissime temperature una delle aree scientifiche più affascinanti. Infatti è solo a temperature bassissime che si evidenzia in maniera così plateale la natura quantistica della materia, grazie anche alle leggi statistiche scoperte da Bose e Einstein nel 1920. I ricercatori della Sissa hanno studiato gli atomi ultra-freddi confinati lungo una linea. «In questa configurazione – spiega Mussardo – abbiamo notato che gli atomi ultra-freddi si comportano in un modo molto particolare: subiscono dei processi d’urto come se fossero delle sferette dure ma in realtà, per la natura ondulatoria della meccanica quantistica, il loro comportamento cooperativo è altamente coerente. Sorprendentemente, questo loro comportamento può essere descritto dalla stessa matematica che è alla base delle teorie delle particelle elementari. Questa osservazione è stata la chiave per trovare in maniera esatta tutte le correlazioni del modello». L’articolo di Mussardo, Trombettoni e Kormos è stato selezionato da Wolfang Ketterle (premio Nobel per la Fisica nel 1995, per la prima realizzazione in laboratorio della condensazione di Bose-Einstein) per un numero speciale del Virtual Journal of Atomic Quantum Fluids dell’American Physical Society. Chissà, il viaggio su Alpha Centauri, è sempre più vicino.

Ma quanti siamo nell’Universo? Contiamoci, in attesa delle conferme o smentite del telescopio spaziale Keplero. Nella nostra Galassia, la Via Lattea, ci sono 300 miliardi di stelle, ci ricorda l’astronomo americano Isaac Asimov. I sistemi planetari che girano attorno a stelle simili al Sole (sul totale di 280 miliardi sistemi) sono 75 miliardi. I sistemi planetari in stelle simili al Sole che hanno un’ecosfera, sono 52 miliardi. Le stelle simili al Sole, Popolazione I, di seconda generazione, con ecosfera utile, sono 5 miliardi 200 milioni. Le stelle “solari” al cui interno orbiti un pianeta, sono 2 miliardi 600 milioni.
Di queste, gli astri al cui interno giri un mondo simile alla Terra, sono 1 miliardo 300 milioni. Per cui il numero medio di pianeti abitabili solo nella nostra Galassia, oscilla tra i 650 milioni (secondo Asimov) e un miliardo come ipotizzato dall’astronomo Carl Sagan. Ciò significa che circa una stella su 460, può vantare un mondo abitabile. Il numero di pianeti della nostra Galassia che hanno generato la vita, è di 600 milioni; e il numero di mondi che hanno una ricca vita terrestre, è di 416 milioni. Il numero di pianeti che hanno sviluppato una civiltà tecnologica, è di 390 milioni ma, secondo Asimov, solo 260 milioni di mondi sarebbero “indietro” come noi, tutti gli altri sarebbero più evoluti della Terra. Non è finita.
Il numero di pianeti della nostra Galassia in cui è in essere una civiltà tecnologica, è di 530 mila. Senza scomodare la favola irlandese di Kilkenny dei Due Gatti che lottano l’uno contro l’altro finché non rimangono che le code, ossia la teoria dell’inevitabile annientamento reciproco di tutte le civiltà, possiamo essere sicuri di fare centro visitando Alpha Centauri, la nostra stella tripla più vicina a soli 4.4 anni luce? Supponiamo, seguendo il ragionamento di Asimov, che l’intelligenza e la curiosità delle razze e delle civiltà avanzate (cf la pellicola “District 9”) sia garanzia di pace e sopravvivenza dei loro mondi. Sempre navigando a vista sulla media, secondo Asimov su ogni pianeta abitabile con una durata potenziale di vita di 12 miliardi di anni, una specie intelligente appare dopo 4 miliardi 600 milioni di anni. Nel corso di 600 mila anni costruisce lentamente una civiltà e velocemente la distrugge, mandando il pianeta in rovina per sempre, indipendentemente dalla scoperta del volo interstellare. Come dire che su 650 milioni di pianeti abitabili della nostra Galassia, solo 32.250 mondi si troverebbero in quel “periodo fertile” di 600 mila anni in cui una razza intellettualmente equivalente all’Homo Sapiens della Terra sta potenzialmente sviluppandosi. Ma solo 540 mondi ospitano una specie intelligente che, forse, pratica l’agricoltura e vive in città. In 270 esomondi è stata sviluppata la scrittura, in 20 pianeti la scienza moderna e in soli dieci (10) mondi è avvenuto un equivalente della rivoluzione industriale. E, per finire, in soli due (2) esomondi è stata sviluppata l’energia nucleare! Quindi, è molto più probabile l’archeologia interstellare su mondi estinti che il primo contatto come su Pandora? Meglio non disperare perché, forse, non siamo soli ma sotto osservazione da tempo. La materia e l’energia oscure, hanno ancora molto da svelare all’Umanità.

Nicola Facciolini

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