Avatar astri e particelle Il volo su Pandora

 Dicono che nel “criosonno” non si sogna: durante il volo interstellare a velocità prossime a quelle della luce, secondo la fantascienza più paludata, si dorme e ci si alimenta artificialmente grazie a potenti impianti criogenici governati dal computer. Ma James Cameron in Avatar, il suo capolavoro cinematografico assoluto in 3D nella storia del Cinema, ha […]

 Dicono che nel “criosonno” non si sogna: durante il volo interstellare a velocità prossime a quelle della luce, secondo la fantascienza più paludata, si dorme e ci si alimenta artificialmente grazie a potenti impianti criogenici governati dal computer.

Ma James Cameron in Avatar, il suo capolavoro cinematografico assoluto in 3D nella storia del Cinema, ha forse creato le premesse tecnologiche (è questo il segreto degli occhiali “attivi”?) per indurre nelle menti il sogno di un emozionante viaggio reale su Pandora a moltissimi fortunati utenti. Che nel sonno, magari a distanza di giorni dalla visione del film, hanno vissuto in prima persona le emozioni di un volo interstellare. E’ capitato anche al sottoscritto, la scorsa notte. Il viaggio su Alpha Centauri (4.4 anni-luce) con la famiglia nelle vesti di un ricercatore della compagnia RDA, il risveglio dal criosonno, l’incontro con i colleghi a bordo dell’astronave Venture Star in orbita su Pandora, l’imbarco sul Valkyrie Space Shuttle, l’ingresso nell’esosfera del pianeta. E, durante la lenta discesa, l’osservazione da un oblò dei colori sfumati nel cielo alieno dominato dal gigante gassoso Polifemo e dalla luce dei gas eccitati dai fotoni delle tre stelle del sistema e dalla scia di plasma dello shuttle. Non solo. Il volo radente sulla vegetazione lussureggiante della foresta e poi l’atterraggio, lo sbarco, l’inizio delle attività scientifiche. Anzi, sulle prime mi perdo nella base e finisco per incontrare pure il coriaceo colonnello Quartich che impartisce ordini alle truppe. Sembrava tutto vero ed al risveglio non riuscivo a credere alla mia memoria. Un’esperienza da Luna Park su Pandora “un mondo – fa notare James Cameron nel libro L’Universo di Avatar – in cui ci avventuriamo a nostro rischio e pericolo, perché può darsi che non vogliamo più andarcene”. Non solo. “Dopo Avatar mi considero un’attrice umana” – ha dichiarato al 60° Festival di Sanremo la sorridente Michelle Rodriguez, la coraggiosa elicotterista del Samson (in Avatar sacrifica la vita per gli amici), stella di James Cameron e di Hollywood. Intervistata al teatro Ariston dalla presentatrice Antonella Clerici in versione Na’vi, Michelle ha donato gratuitamente a milioni di telespettatori una lezione magistrale sull’unicità della razza umana. Antonella ha cercato di mettere l’attrice a proprio agio calandosi nei panni di un Avatar grazie a una “bara solarium” in grado di trasformarla, tutta bionda e blu, nel personaggio Na’vi. Grandi effetti speciali made in Italy degni di Hollywood. Fatto sta che il fenomeno sociologico, commerciale, antropologico e culturale di Avatar, che si appresta a battere anche in Italia ogni record assoluto di incassi, è ancora tutto da indagare e svelare. Sculasòn che carnevale a Cento! Per la cronaca, domenica prossima, a Cento sarà 100% Avatar. La grazia ed eleganza che sempre l’hanno contraddistinta, porterà Michelle Rodriguez al famoso Cento Carnevale d’Europa (21ma edizione) domenica 21 febbraio 2010 (la terza in programma) tra carri allegorici, musiche e balli, donando una ventata di polvere interstellare su una manifestazione che già riluce di glamour e notorietà. La bella star di Avatar, Michelle Rodriguez, sfilerà accanto al genio Luc Montagnier, il premio nobel per la medicina. Oltre al pubblico Cento ogni anno è invasa da troupe ed inviati televisivi dall’Italia e dall’estero pronti per riprendere il magico spettacolo. Tra coppie glamour, menti eccelse, star hollywoodiane l’evento si preannuncia quest’anno ad alto tasso mediatico, assicurano gli organizzatori. Tutto questo mentre l’Italia cola via tra i fanghi dell’iperdisinformazione mediatica: un autentico cocktail venefico capace di generare una violenza senza limiti soprattutto a danno dei più piccoli. Un fatto che grida giustizia al cospetto di Dio! Con le dovute grandi eccezioni. Seguendo la lezione, l’insegnamento e l’esempio di Matteo Ricci, il missionario gesuita marchigiano (1552-1610), messaggero di cultura, scienza e fede nel Celeste Impero (amato in Cina, è stata inaugurata una mostra itinerante a Pechino delle sue opere) che capì l’identità del popolo cinese, superando le barriere culturali e divenendo modello di amicizia, per la Chiesa Cattolica non solo è possibile credere in Dio e negli extraterrestri. Ma “si può ammettere l’esistenza di altri mondi ed altre vite, anche più evolute della nostra, senza per questo mettere in discussione la Fede nella creazione, nell’incarnazione e nella redenzione” – come afferma il direttore della Specola Vaticana, padre Josè Gabriel Funes in un’intervista all’Osservatore romano, ripresa poi da altri quotidiani. Anche se “molti astronomi non perdono occasione per fare pubblica professione di ateismo – fa notare Funes nell’intervista – è un po’ un mito ritenere che l’astronomia favorisca una visione atea del mondo. Mi sembra che proprio chi lavora alla Specola offra la testimonianza migliore di come sia possibile credere in Dio e fare scienza in modo serio”.

Il fenomeno Avatar e Na’vi ha solo sfiorato la Specola vaticana dove la ricerca astronomica seria è una tradizione da sempre: ma anche qui sono in febbrile attesa delle osservazioni dirette di esomondi e super-Terre dai telescopi spaziali già in orbita e dagli osservatori astronomici di tutto il mondo. “Come esiste una molteplicità di creature sulla Terra – afferma padre Funes – così potrebbero esserci altri esseri, anche intelligenti, creati da Dio. Questo non contrasta con la nostra Fede, perché non possiamo porre limiti alla libertà creatrice di Dio. Per dirla con San Francesco, se consideriamo le creature terrene come “fratello e sorella”, perché non potremmo parlare anche di un “fratello extraterrestre”? Farebbe parte comunque della creazione”. La Chiesa Cattolica Apostolica Romana, dunque, è già pronta a tutto. Anche all’esistenza di esomondi abitati. Sul concetto di redenzione, Funes osserva che “se anche esistessero altri esseri intelligenti, non è detto che essi debbano aver bisogno della redenzione. Potrebbero essere rimasti nell’amicizia piena con il loro Creatore”. Questi extraterrestri, cioè, potrebbero non essere peccatori come noi terrestri. “Gesù – osserva il gesuita – si è incarnato una volta per tutte. L’incarnazione è un evento unico e irripetibile. Comunque sono sicuro che anche loro, in qualche modo, avrebbero la possibilità di godere della misericordia di Dio, così come è stato per noi uomini” (http://www.specolavaticana.org/). Il padre gesuita José Gabriel Funes, astronomo, già membro della medesima Istituzione scientifica della Santa Sede, nell’agosto 2006 è stato nominato da Papa Benedetto XVI direttore della Specola Vaticana. Padre Funes ha visitato Teramo, ospite dell’università aprutina al convegno: “KOSMOS: la rappresentazione dell’Universo tra Scienza e Fede”, organizzato dall’Osservatorio Astronomico Inaf di Collurania e dal Club Unesco di Teramo, in occasione dell’Anno Internazione dell’Astronomia (La storia della Specola Vaticana: l’esperienza di Scienziati e uomini di Chiesa). Funes ha sostituito nell’incarico il padre gesuita americano George V. Coyne, intervistato dal sottoscritto dieci anni fa durante un congresso scientifico dell’Icra Network a Pescara. Il direttore dell’Osservatorio astronomico vaticano è nato a Cordoba, in Argentina. Entrato nella Compagnia di Gesù nel 1985, è stato ordinato sacerdote nel 1995. Ha una laurea in astronomia, conseguita all’Università nazionale di Cordoba ed ha completato i suoi studi teologici alla Pontificia Università Gregoriana. Nel 2000 ha conseguito il dottorato in astronomia all’Università di Padova ed è autore di numerose ricerche sui dischi delle galassie. L’origine della Specola, istituto di ricerca scientifica direttamente dipendente dalla Santa Sede, si può far risalire all’epoca in cui Gregorio XIII, nel contesto della preparazione della riforma del calendario, fece erigere in Vaticano nel 1578 la Torre dei Venti. Dopo una lunga parentesi di inattività, Leone XIII, col Motu Proprio “Ut mysticam” del 1891, vi fondò la nuova Specola Vaticana. Nel 1910 san Pio X dette all’istituto più ampi spazi, assegnandole un villino nei giardini vaticani, mentre nel 1934 Pio XI la rinnovò totalmente, trasferendola a Castel Gandolfo e affidandone la gestione alla Compagnia di Gesù. A partire dai primi anni ’80, a causa dell’eccessiva luminosità del cielo a Castel Gandolfo, la Specola ha aperto una sede a Tucson, in Arizona, con proprio osservatorio dal 1993. Qui, gli astronomi trascorrono buona parte dell’anno per le osservazioni e le ricerche, mentre Castel Gandolfo resta la sede della direzione, della biblioteca, dei calcolatori e del museo. Da secoli l’Uomo ha cercato di immaginare forma e dimensioni dell’Universo nel quale è immerso, basandosi ora sulla Fede ora sulla Ragione. Ma solo da 400 anni, grazie allo scienziato cattolico Galileo Galilei, proteso all’investigazione ragionata della Natura grazie al metodo scientifico, Fede e Ragione camminano insieme verso la Verità. E Teramo ha stretto un patto d’amicizia con la Specola vaticana. L’Osservatorio astronomico Inaf “V. Cerulli” di Teramo, con il patrocinio della Società Astronomica Italiana, ha messo a disposizione per l’esposizione:“Astrum 2009: Astronomia e Strumenti: Astronomia e Strumenti: Il patrimonio storico dell’astronomia italiana da Galileo ad oggi” ai Musei Vaticani, alcuni strumenti storici di particolare interesse appartenenti al Museo di Collurania. L’esposizione “Astri e Particelle: le parole dell’Universo”, rimasta aperta al pubblico fino al 14 Febbraio 2010 presso il Palazzo delle Esposizioni di Roma, uno dei più importanti spazi espositivi italiani, molto presto verrà trasferita al Parco della Scienza di Teramo e costituirà parte integrante del Museo della Fisica e dell’Astrofisica (“Galileium”) dove avrà la sua destinazione finale. La mostra ha avuto un grandissimo successo di pubblico: oltre 140mila persone l’hanno visitata. Prossimamente verrà allestita a Napoli presso la Città della Scienza. In autunno verrà inaugurata a Teramo in una versione rivista ed arricchita. “Astri e Particelle” è stata realizzata dall’Infn in collaborazione con Inaf e Asi e una parte importante è dedicata alle ricerche effettuate al Laboratorio Nazionale Gran Sasso dell’Infn. Sul sito: http://www.astrieparticelle.it/ è possibile trovare tantissime informazioni, compreso un tour virtuale. Con un pensiero sempiterno all’immane tragedia del terremoto di L’Aquila (Mw=6.3) del 6 aprile 2009.

Nicola Facciolini

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