Fiumi di Petrolio

Nell’Italia degli scandali, della corruzione e degli illeciti, non ci facciamo mancare neanche i disastri ambientali causati dall’uomo. Martedì scorso una marea di olio combustibile ha invaso all’alba il fiume Lambro ed oggi è arrivata sino al Po. Sono circa 2500 le tonnellate, pari a 8 cisterne, i derivati del gasolio e provengono dalla ‘Lombarda […]

Nell’Italia degli scandali, della corruzione e degli illeciti, non ci facciamo mancare neanche i disastri ambientali causati dall’uomo. Martedì scorso una marea di olio combustibile ha invaso all’alba il fiume Lambro ed oggi è arrivata sino al Po. Sono circa 2500 le tonnellate, pari a 8 cisterne, i derivati del gasolio e provengono dalla ‘Lombarda Petroli’ di Villasanta, una delle 287 industrie obbligate a fornire piani di emergenza per effetto della direttiva Seveso. L’incessante lavoro dei vigili del fuoco non è stato sufficiente per fermare la sostanza inquinante, che ha passato anche la barriera di galleggianti posta nel territorio di Sant’Angelo Lodigiano: gli sbarramenti non hanno raggiunto il fondo del fiume, perché la forza dell’acqua li ha sollevati. Al lavoro una task force formata dai Pontieri, i Vigili del Fuoco, la Protezione Civile e l’Arpa. È già attivo un tavolo di coordinamento tra i diversi enti interessati alla salute del Po. Sono in corso analisi chimico-fisiche da parte di Arpa e la realizzazione di tre sbarramenti in provincia di Piacenza per il contenimento e il parziale recupero del materiale inquinante. Nel pomeriggio di mercoledì il governatore lombardo Roberto Formigoni ha annunciato che la Regione Lombardia ha chiesto lo stato di emergenza per l’inquinamento. “È un gravissimo attentato all’ambiente ed alla salute pubblica il caso di sversamento doloso di idrocarburi nel fiume Lambro. Confidiamo che le indagini in corso conducano rapidamente all’individuazione dei responsabili contro i quali il ministero dell’Ambiente si costituirà parte civile”, afferma in una nota il ministro dell’Ambiente Stefania Prestigiacomo. Oggi 25 febbraio, il Wwf, annunciando che si costituirà parte civile nel processo, riferisce che è stata colpita anche l’Oasi di Montorfano, uno degli unici esempi di riqualificazione su 130 chilometri del Lambro. Le prime specie a essere direttamente colpite dal disastro ambientale sono state quelle acquatiche: pesci, anatre selvatiche, le colonie di aironi che proprio in questi giorni hanno iniziato a nidificare sulle sponde del Po. Sono decine gli animali ripescati senza vita. In allerta il centro di recupero animali selvatici Wwf di Vanzago, dove già ieri sono stati portati i primi germani reali interamente coperti di gasolio: verranno curati dai veterinari del centro. Purtroppo, spiegano gli esperti, i danni di questo sversamento si ripercuoteranno su tutta la catena alimentare, con conseguenze che dureranno nel tempo, e si registrano già gravissime conseguenze sul settore agricolo che gravita intorno al sistema fluviale. Con una ordinanza firmata ieri sera, il sindaco di Milano Letizia Moratti ha vietato ai cittadini il prelievo e l’uso delle acque del fiume Lambro, mentre la Procura di Monza ha aperto un fascicolo per disastro ambientale e avvelenamento delle acque, affidando al Nucleo Ecologico dei carabinieri di svolgere accertamenti. E la polemica infuria soprattutto perché pare che siano state proprio le iniziali reticenze dell’azienda a ritardare i primi cruciali interventi, rendendo la situazione già grave ancora più critica. Un anno fa la Lombarda Petroli aveva fatto domanda per uscire dall’elenco delle aziende a rischio soggette alla cosiddetta normativa Seveso, che vincola gli impianti a particolari norme di manutenzione e sicurezza. Ma per far questo aveva dovuto dichiarare che la quantità di materiale stoccata non era superiore ai 2.500 metri cubi; a quanto pare molto meno di quanto effettivamente fosse. L’assessore regionale al territorio Davide Boni, al termine della riunione del comitato provinciale sull’ordine pubblico e la sicurezza riunito oggi alla prefettura di Milano, ha parlato di “evidente gesto criminale”, e comunicato che la massa oleosa è arrivata al Po e in Emilia Romagna. paragonando la gravità del fatto a un incidente di una petroliera che sversa il suo contenuto su una costa.

Carlo Di Stanislao
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