Grandi donne da Ravera

Quattro storie raccontate con classe, leggerezza, profondità ed una forma perfetta. E’ questo, in sintesi, “La donna gigante”, libro di Lidia Ravera (edito da Melampo), scrittrice e sceneggiatrice, famosa per il suo esordio “Porci con le ali”: autentico culto per la mia generazione, scritto a quattro mani con Marco Lombardo Radice, uscito nel ’76 e […]

Quattro storie raccontate con classe, leggerezza, profondità ed una forma perfetta. E’ questo, in sintesi, “La donna gigante”, libro di Lidia Ravera (edito da Melampo), scrittrice e sceneggiatrice, famosa per il suo esordio “Porci con le ali”: autentico culto per la mia generazione, scritto a quattro mani con Marco Lombardo Radice, uscito nel ’76 e spietata diagnosi di una società sempre più piegata verso l’ipocrisia, l’egoismo e pronta a farsi annientare dall’escalation dei cosiddetti anni di piombo.  Quattro racconti di media lunghezza che parlano di donne, narrando storie sospese al confine tra il materiale ed il sentimentale, raccontando le realtà dei tempi (politici) attraverso una fotografia psicologica perfetta e mai forzata. Tutto parte proprio da quella “donna gigante” di cui conosciamo la vita attraverso una data: 3 aprile. Del 1985, del 1995, del 2005. Un giorno della vita di una donna narrato quando essa ha 30, 40 e 50 anni, mentre i sentimenti, la politica, il lavoro cambiano, ma non l’animo di questa donna, tenace e capace. Gli altri racconti seguono lo stesso fil rouge, narrando storie di guerre personali di donne capaci di mettersi in gioco, anche a costo di di entrare in crisi, di perdere le certezze sulla loro identità. Donne giganti. Un libro sicuramente da leggere, magari da regalare, perché è capace di rimanere dentro nel tempo. E questa donna, questo tipo di donna incrollabile negli ideali, la Ravera l’identifica oggi, come ha dichiarato, in Emma Bonino: una donna minuta ma con tanta forza, determinazione, autorevolezza e capacità di entrare in relazione con persone che la pensano diversamente da lei. Proseguendo il suo difficile ed attento percorso intellettuale di grande spessore e ponendosi come un’osservatrice discreta, ma attenta della realtà che la circonda, qui la brava Lidia prosegue il discorso iniziato nel 2003 con “il freddo dentro”, ispirato alla tragedia familiare consumatasi pochi anni prima a Novi Ligure ed in grado di intercettare ed interpretare i malori del nostro tempo, in cui tutto cambia, anche le donne ed il femminile. Il 26 scorso la Ravera ha fatto capolino su LA7, a “Tetris”, il bel talk condotto al mercoledì da Luca Telese e con la consueta capacità di esprimersi, ha focalizzato il proprio intervento sul costo elevato del fenomeno-corruzione, specie in termini di perdita di valori. Alla fine ha pure duellato con Vittorio Sgarbi sul versante del sesso a pagamento e ha dimostrato molta più classe ed acume del volgare Vittorio, nell’illustrare i guasti prodotti nel Paese, passando dalla merito alla “mignottocrazia”.  Resta da chiedersi se esistono ancora, in Italia, donne come quelle descritte da Lidia nel suo libro, ma poi pensandoci i nomi vengono rapidamente in mente: Daniela Poggi, Dacia Maraini, Ottavia Piccolo, Simona Marchini, Irene Bignardi, Iaia Fiastri, Donatella Maiorca, Ippolita Avalli, Gemma Bracco, Nadia Cerioli, Alessia Filippi e tante altre,  molto meno famose. A tutti coloro (non solo donne), che credono ancora che sia giusto esporsi e lottare contro l’aborto clandestino, l’ipocrisia del matrimonio indissolubile, per la qualità della morte, per la laicità, consigliamo questo libro che, a differenza di tanti testi a tesi, è anche meravigliosamente scritto e piacevole, dalla prima all’ultima pagina.

 Carlo Di Stanislao

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