L’OMS su l’omeopatia

E’ di questi giorni la notizia della pubblicazione del testo: “Safety Issues in the preparation of homeopathic medicines”. L’uscita della pubblicazione che parte del Memorandum d’intesa firmato nel 2003 tra Regione Lombardia e Organizzazione Mondiale della Sanità, era atteso con grande apprensione. I motivi di ciò sono da imputarsi al crescente clima di ostilità nei confronti […]

E’ di questi giorni la notizia della pubblicazione del testo: “Safety Issues in the preparation of homeopathic medicines”. L’uscita della pubblicazione che parte del Memorandum d’intesa firmato nel 2003 tra Regione Lombardia e Organizzazione Mondiale della Sanità, era atteso con grande apprensione. I motivi di ciò sono da imputarsi al crescente clima di ostilità nei confronti dell’omeopatia e alle violente campagne di stampa che non hanno risparmiato nemmeno la prestigiosa Organizzazione. Ricordiamo infatti, come la associazione “Young Voice of Science”, solo qualche mese fa, avesse denunciato l’utilizzo, evidentemente improprio, fatto da alcuni omeopati in paesi africani, dell’omeopatia nella cura di malattie gravi quali la malaria, l’AIDS, la tubercolosi. Il caso di mal pratica era poi servito come pretesto per chiedere una aperta condanna della omeopatia. Ma poiché questa non era arrivata, il caso era poi stato utilizzato per determinare la reazione dei vari direttori di dipartimento che, pur senza esprimere particolari giudizi sull’omeopatia, non avevano avuto difficoltà a dichiarare che l’omeopatia non era prevista da nessuna delle linee guida vigenti per la cura di queste gravi malattie. Il documento, è dedicato al primo dei requisiti che una medicina che si propone di essere una risorsa per la salute umana deve possedere: la sicurezza. In un mercato globalizzato, in cui sempre più frequenti si fanno gli scambi di uomini e prodotti, c’era bisogno di un riferimento internazionale che potesse servire, pur nel rispetto delle autonomie dei singoli governi nazionali, a imprimere uno stimolo alla armonizzazione delle regole di produzione per tutto il mercato. Il documento si compone di tre parti, in cui vengono affrontate le problematiche relative alle sfide poste dalla specificità dei prodotti omeopatici alle usuali metodologie per il controllo di qualità dei farmaci. Ovviamente, è raccomandata l’adesione alle Linee Guida per la Good Manufacturing Practice (GMP), così come l’attenzione all’identificazione, alla natura e alla qualità dei materiali di origine e degli eccipienti. Inoltre, una particolare raccomandazione è rivolta alle autorità regolatorie perché mettano in atto tutte quelle normative che servono a garantire un prodotto finale, sicuro, efficace e di alta qualità. Fondamentale è poi l’affronto di tutta la normativa relativa alla etichettatura e al packaging, che è visto come uno strumento che può consentire al consumatore l’utilizzo dei prodotti in maniera sicura. In tal senso, vengono forniti gli esempi di paesi come gli Stati Uniti, il Canada, l’Australia, che hanno elaborato normative che consentono al consumatore di avere un foglietto illustrativo che può orientare il consumatore nell’utilizzo del prodotto omeopatico. Certo, molto resta ancora da fare, ma ancora una volta l’OMS ha saputo muoversi con chiarezza verso uno dei suoi obiettivi strategici: informazione e sicurezza per tutti.

Carlo Di Stanislao

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