Addio al musicista che leggeva le stelle

Aveva 83 anni, essendo nato a l’Aia il 19 settembre 1927. Trasferitosi in Italia nel 1949, con  Renato Carosone e Gegè Di Giacomo, formò un trio musicale di grande successo. Poi, nel 1954, si diede alla carriera di solista, realizzando alcune fra le canzoni più significative di quegli anni: “Butta la chiave“, “Via Montenapoleone”, “Tre numeri […]

Aveva 83 anni, essendo nato a l’Aia il 19 settembre 1927. Trasferitosi in Italia nel 1949, con  Renato Carosone e Gegè Di Giacomo, formò un trio musicale di grande successo. Poi, nel 1954, si diede alla carriera di solista, realizzando alcune fra le canzoni più significative di quegli anni: Butta la chiave“, “Via Montenapoleone”, “Tre numeri al lotto“, “Carolina”, “Capriccio”. Nel decennio successivo aprì, a Milano, il locale “Amsterdam 19”, in Galleria Passarella, dove spesso si esibiva come cantante chitarrista e poi, dal 1970, decise di dedicarsi all’altra sua passione: all’astrologia, formulando oroscopi per conto di vari giornali e per la televisione. Mantenne comunque viva la sua passione per la musica e per la chitarra realizzando, nel 1982, la sigla del programma televisivo “La domenica sportiva“. Negli ultimi anni era tornato alla popolarità grazie alla partecipazione a “Quelli che il calcio“,  condotto da Fabio Fazio , che, proprio in suo onore, creò la squadra di calcio amatoriale Atletico Van Goof. Peter Wan Wood, morto il 10 marzo al Policlinico Gemelli, aveva quattordici anni quando cominciò a suonare la chitarra, divedonsi fra lo studio in conservatorio e l’ascolto dei grandi chitarristi jazz . In Olanda, giovanissimo, fece i primi passi in piccole formazioni e nel 1946 si esibì addirittura al Palladium di Londra. E’ entrato nelle case degli italiani soprattutto grazie alla televisione: negli anni 50 come musicista assieme a Carosone e, poi, grazie alla sua passione per l’astrologia. Anche grazie alla sua simpatica e creativa fantasia, “Quelli del Calcio” è stata (negli anni ’90) una trasmissione scoppientate e piacevole, prima che diventasse il triste carrozzone patinato di Simona Ventura. Amava i suoi libri di astrologia, disciplina che studiò profondamente, anche se preferiva definirsi non astrologo, ma “studioso della stupenda scienza delle stelle”. L’ultima sua previsione riguarda l’andamento del 2010 che, secondo lui, vedrà il perdurare di disastri naturale ma, per l’Italia, sarà un anno, per molti versi, sensazionale

Carlo Di Stanislao

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