Incertezza e confusione sulle spa del Comune di L’aquila

Tra le tantissime emergenze post-sisma, non affrontate con la necessaria decisione dall’amministrazione comunale dell’Aquila, certamente permane, si aggrava e assume contorni poco chiari la questione dello stato di precarietà in cui vivono le spa comunali. Strutture nelle quali, è bene ricordarlo, lavorano oltre 600 concittadini e che erogano servizi primari alla città. Sicuramente le questioni […]

Tra le tantissime emergenze post-sisma, non affrontate con la necessaria decisione dall’amministrazione comunale dell’Aquila, certamente permane, si aggrava e assume contorni poco chiari la questione dello stato di precarietà in cui vivono le spa comunali. Strutture nelle quali, è bene ricordarlo, lavorano oltre 600 concittadini e che erogano servizi primari alla città. Sicuramente le questioni inerenti ciascuna delle ex municipalizzate sono complesse e molto spesso specifiche, ma forse è arrivato finalmente il momento di effettuare un ragionamento unico su questa materia, anche in rispetto con quanto dichiarato in campagna elettorale dal Sindaco Cialente che, addirittura, prefigurava un accorpamento di tutte le spa in una o due aziende multiservizi. Continuare a ragionare in termini di quotidianità, senza un disegno omogeneo, vuol dire perdere infinite energie per affrontare le questioni che man mano si presentano. E’ di questi giorni infatti la conflittualità emersa dentro l’azienda farmaceutica, c’è il problema annoso degli stagionali del Centro Turistico del Gran Sasso, la questione delle maestre della materna, delle assunzioni che dovrebbe effettuare l’Asm, e centinaia di altre problematiche, tutte gravi . 

Questo stato di incertezza e di confusione, ha provocato il primo sciopero unitario di tutte le spa, i cui lavoratori chiedono giustamente, di aprire un tavolo di concertazione unica tra amministrazione comunale e sindacati, al fine di affrontare tutte le problematiche connesse alla complessa situazione.

Io appoggio questa visione razionale delle cose, convinto che solo così si arriverà una volta per tutte ad un riassetto che funzioni e che dia un orizzonte temporale di tranquillità ai lavoratori e agli amministratori; a tal fine ho presentato una mozione che impegna il Sindaco e la Giunta, a procedere in questa direzione, dando 30 giorni di tempo per effettuare una ricognizione, per poi procedere con soluzioni definitive.

In un Comune diversamente gestito non ci sarebbe stato bisogno di un’iniziativa del Consiglio, perché è la Giunta che ha la responsabilità di questi temi; all’Aquila, con questi amministratori dalle poche idee, ma confuse, purtroppo sì.

Concludo avanzando una proposta seria per i lavoratori del Centro turistico del Gran Sasso. Alla fine del mese inizierà anche questa stagione il calvario dei mesi estivi per coloro che rimarranno senza lavoro e senza stipendio. L’Asm, di contro, ha bisogno di una trentina di ulteriori lavoratori, per un lasso di tempo limitato, per lo smaltimento delle macerie.

Due anni fa proposi e feci votare una mozione che assegnava, per nuove assunzioni presso le spa comunali, un punteggio rilevante a chi avesse prestato già servizi lavorativi in qualsiasi delle ex municipalizzate. Mettendo insieme le due cose, si potrebbero utilizzare presso l’Asm tutti gli stagionali del Centro Turistico che tra pochi giorni resteranno, come accade oramai da 30 anni, senza lavoro. Il Sindaco e soprattutto l’assessore Giangiuliani, che è persona attenta e preparata, seguano questa strada.

Enrico Verini

Consigliere comunale dell’Aquila

(Gruppo ‘Rialzati L’Aquila’)

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