Bertolaso contro Sabrina

Una nota Apcom di oggi, c’informa che Guido Bertolaso ha difeso il suo lavoro e preparato a diffidare dei contenuti del documentario che la Guzzanti si appresta a proiettare, di fronte all’intellighenzia cittadina, domani sera in Piazza Duomo. “Assisteremo presto ad ulteriori strumentalizzazioni della verità” sugli interventi e la ricostruzione post terremoto in Abruzzo. Lo […]

Foto: Manuel Romano

Una nota Apcom di oggi, c’informa che Guido Bertolaso ha difeso il suo lavoro e preparato a diffidare dei contenuti del documentario che la Guzzanti si appresta a proiettare, di fronte all’intellighenzia cittadina, domani sera in Piazza Duomo. “Assisteremo presto ad ulteriori strumentalizzazioni della verità” sugli interventi e la ricostruzione post terremoto in Abruzzo. Lo ha detto nel corso della conferenza stampa a Palazzo Chigi per la presentazione di un’iniziativa editoriale dedicata  a l’Aquila. Bertolaso, non lo cita, ma il suo bersaglio è proprio il film di Sabina Guzzanti dal titolo ‘Draquila’. Il capo della protezione civile fa riferimento a “un film che presto sarà presentato in un festival del cinema che presenta una verità, che non è la verità, e non faremo una bella figura”. Egli ha di nuovo ed energicamente difeso quanto è stato fatto in Abruzzo e “il sistema Paese che non ha chiesto” per quella emergenza “aiuto a nessuno”. Non si potrebbe parlare oggi di ricostruzione de l’Aquila e dell’Abruzzo “se non si fosse fatto quanto è stato fatto in questi 12-13 mesi”. Il Capo della Protezione civile difende il lavoro svolto dalle prime fasi dell’emergenza ad oggi in Abruzzo. “Un giorno – afferma – ci sarà bisogno di scrivere un libro anche su questo…” Nessuno oggi potrebbe parlare di ricostruzione dell’Aquila – ha continuato Bertolaso – se non avessimo riconsegnato a 16.700 studenti le aule, anche migliori, mentre tutti pensavano che l’università dell’Aquila sarebbe morta. E se non avessimo riaperto l’ospedale della città con i suoi reparti”. Senza questi e altri interventi “l’Aquila non sarebbe ripartita”. Il libro scritto dal giornalista Enzo Altorio, si chiama “Memento l’Aquila” ed è stato redatto con le testimonianze di 99 “grandi italiani”, scelti tra personalità eccellenti del Paese e le persone impegnate nell’emergenza sismica. Opera encomiabile e commovente (come hanno detto Chiodi e Cialente), ma forse fatta solo di “alti contributi”, troppo distanti dal vero cuore della città. Insomma, agli aquilani, interessa più il punto di vista della gente comune, caduta nel baratro del terremoto e del dopo, che quelli di personaggi illustri e spesso distanti come Louis Godart, Luciano Marchetti e Giampiero Gramaglia. E se domenica, il gruppo”Gli aquilani forti e gentili”, costruitosi sull’onda del successo del gruppo di Face Book “L’Aquila: cittadinanza onoraria a Guido Bertolaso” , che ha superato le 6.000 adesioni, manifesterà per ridare la cittadinanza a Bertolaso, resta il fatto che lui, bravissimo, continua con l’aria del supereroe incontestabile e che ha fatto tutto da solo, tutto dall’esterno e senza alcun apporto cittadino, non proprio gradito da molti aquilani.

Carlo Di Stanislao

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