Destituito di fondamento il blitz della Finanza all’Universita’ dell’Aquila

L’Università dell’Aquila non può non smentire il contenuto della notizia pubblicata oggi dal quotidiano Il Tempo in cronaca dell’Aquila dal titolo “Blitz della Finanza all’Università”. Lunedì 3 maggio 2010 un sottufficiale del nucleo della Guardia di Finanza presso la procura della Repubblica dell’Aquila ha visitato l’Ateneo per acquisire informazioni su un concorso del settore medico […]

L’Università dell’Aquila non può non smentire il contenuto della notizia pubblicata oggi dal quotidiano Il Tempo in cronaca dell’Aquila dal titolo “Blitz della Finanza all’Università”. Lunedì 3 maggio 2010 un sottufficiale del nucleo della Guardia di Finanza presso la procura della Repubblica dell’Aquila ha visitato l’Ateneo per acquisire informazioni su un concorso del settore medico e sul pagamento di alcune fatture di una società pugliese che ha avuto rapporti commerciali con un dipartimento di area biologica. Sul primo punto della richiesta il sottufficiale in questione ha dovuto constatare che non era mai stato pubblicato alcun bando di concorso nell’area da lui investigata e che dunque l’indagine non aveva ragione di esistere. 
Nessuna richiesta ha riguardato i contratti di affitto stipulati per far fronte all’emergenza sisma. La questione dei contratti di affitto del post sisma è periodicamente oggetto di attenzione da parte della stampa senza che se ne capisca il motivo. In questi contratti, curati personalmente dal Direttore Amministrativo, non c’è nulla di misterioso. Sono stati stipulati alla luce del sole, discussi ed approvati dagli Organi accademici e sottoposti alla valutazione dell’Agenzia del Territorio competente la quale, per uno di essi, si è già pronunciata positivamente. Per gli altri si è in attesa di risposta e sebbene l’Ateneo non possa certo anticiparne il giudizio, è assolutamente sicuro di avere operato alle condizioni di mercato date in quel momento.
Quanto alla vicenda “dell’ex preside della Facoltà di Psicologia” non riammesso in ruolo dopo sentenza del Consiglio di Stato, l’Ateneo non è inadempiente. La non ammissione risiede in un fatto puramente tecnico giuridico: il professore in questione ha impugnato due volte lo stesso Decreto dapprima con Ricorso Straordinario al Presidente della Repubblica con domanda di sospensiva rigettata e poi al TAR Lazio che invece ha accolto la sospensiva. Ma nel nostro ordinamento non è ammissibile ricorrere due volte per la stessa ragione. L’Ateneo ha chiesto chiarimenti all’Avvocatura Generale dello Stato ed al Ministero competente, restando in attesa delle risposte.

Il Prorettore Vicario
Prof. Roberto Volpe

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