Nuova Imaie: Gli artisti per la liberta’ della cultura

Gli artisti interpreti esecutori esprimono forti preoccupazioni  per il DECRETO N. 64/2010 DEGLI ENTI LIRICI  relativo alle disposizioni sulla costituzione del nuovo Imaie e chiedono urgenti modifiche di seguito motivate: # La ragione principale dalla quale è scaturito il provvedimento di estinzione dell’Imaie emanato dal Prefetto di Roma è identificabile nel fatto che gli utilizzatori […]

Gli artisti interpreti esecutori esprimono forti preoccupazioni  per il DECRETO N. 64/2010 DEGLI ENTI LIRICI  relativo alle disposizioni sulla costituzione del nuovo Imaie e chiedono urgenti modifiche di seguito motivate:

# La ragione principale dalla quale è scaturito il provvedimento di estinzione dell’Imaie emanato dal Prefetto di Roma è identificabile nel fatto che gli utilizzatori delle opere quando provvedevano a versare all’Imaie il compenso relativo al diritto, non fornivano, nonostante fosse previsto dalla legge, il nome ed il recapito dell’artista al quale il compenso si riferiva e quindi non mettevano l’Imaie in condizione di liquidare il diritto e svolgere la missione principale per la quale era stata creata. Nel decreto non è suggerita alcuna soluzione a questo problema. Gli artisti chiedono che siano previste le opportune sanzioni agli utilizzatori in caso di mancato versamento del diritto o di mancata trasmissione del nome e del recapito dell’artista al quale il diritto si riferisce, nonché il divieto della utilizzazione dell’opera se l’utilizzatore non ha sottoscritto un accordo collettivo sui compensi economici per le utilizzazioni, e, in caso di inosservanza continuata della legge, sospensione della licenza dell’emittenza radio e/o televisiva.

  • Il decreto prevede genericamente che gli artisti costituiranno il nuovo Imaie. Non indica  come saranno scelti e da chi saranno indicati. Gli artisti chiedono che siano chiamati a costituire l’istituto tutti i candidati iscritti nelle liste per le elezioni dei membri dell’assemblea dei delegati dell’Imaie del luglio 2005, poiché estranei agli eventi che ne hanno provocato l’estinzione, e rappresentativi della categoria in quanto inseriti in liste sottoscritte e sostenute da tutti gli artisti.  
  • Sul nuovo Imaie viene proposta la vigilanza della Presidenza del Consiglio dei Ministri – Dipartimento per l’Informazione e l’Editoria, e di due Ministeri, quello per i Beni e le Attività Culturali e quello del Lavoro che ne approvano lo statuto, il regolamento elettorale e quello di attuazione dell’art.7 legge n. 93 del ‘92 (in base al quale gli artisti ricevevano servizi, interventi sociali e sostegni professionali attraverso contributi economici). Il Ministero per i Beni Culturali e quello del Lavoro con note ufficiali si sono detti ripetutamente non competenti ad occuparsi dei problemi dell’Imaie. In seguito i loro rappresentanti in seno agli organi statutari non hanno certo brillato per competenza, attenzione e controllo. Gli artisti chiedono un vero rinnovamento ed accettano positivamente la vigilanza sull’istituto e l’approvazione dello statuto da parte della Presidenza del Consiglio dei Ministri Dipartimento per l’Informazione e l’Editoria, ma respingono quella del Mibac e del Ministero del Lavoro. Ritengono inoltre che l’approvazione del regolamento elettorale e quello dell’art.7 l.n.93 del 1992 debbano essere una prerogativa esclusiva di tutti gli artisti, in quanto patto tra soci di un organismo di diritto privato, da esercitare,  se necessario, anche attraverso l’istituto del referendum e respingono qualsiasi interferenza della politica nella loro libertà ed autonomia professionale. 
  • Il decreto prevede anche che il Ministero del Lavoro e delle politiche sociali nomini il Presidente del Collegio dei Revisori, ed il Mibac ed il Ministero dell’Economia e delle Finanze nominino un componente ciascuno del Collegio. Il Collegio dei Revisori della prima Imaie già prevedeva il Presidente indicato dal Mibac, un componente dal Min.del lavoro ed uno eletto dagli artisti. Gli artisti chiedono che il collegio dei revisori sia composto da soggetti competenti, e l’organo abbia l’obbligo della certificazione di bilancio. In particolare un rappresentante indicato dal Ministero dell’Economia e delle Finanze e due eletti dagli artisti, uno dal settore musica ed uno da quello audiovisivo. Rammentiamo infatti che gli artisti sono gli unici proprietari di tutte le risorse economiche dell’istituto.
  •  Secondo il decreto il personale viene trasferito alla nuova Imaie dalla data di costituzione di quest’ultima mentre le risorse finanziarie ed i crediti sono trasferiti al termine della procedura di liquidazione. Non si comprende come s’intenda conciliare i tempi diversi per questi due passaggi. Gli artisti chiedono di uniformare i tempi di passaggio dalla vecchia al  nuovo  Imaie delle risorse finanziarie e del personale, nel pieno rispetto del decreto.
  • Gli artisti chiedono infine la costituzione di un comitato consultivo specifico per il diritto connesso nell’ambito del comitato consultivo del diritto d’autore l.633/41, che affronti le problematiche relative all’applicazione del diritto connesso in particolare sulle conseguenze derivanti dall’utilizzo delle nuove tecnologie rispetto alle ultime generazioni di dispositivi di riutilizzazione della musica e dell’audiovisivo.

 Nonostante tutta la normativa relativa al diritto connesso sia in ritardo rispetto a quella degli altri paesi europei (è di circa 20 anni fa) e presenti numerosi problemi, non solo per gli artisti ma anche per le altre categorie interessate, a partire dai produttori, il decreto si occupa solo ed in minima parte di Imaie.
Sarebbe necessario, ad esempio, uniformare le tariffe fissate con decreto legge tra il settore pubblico e quello privato in relazione all’utilizzo della musica, parificare le quote percentuali di trasmissione delle opere musicali ed audiovisive, inserire nel disciplinare per il rilascio delle licenze di emittenza radio-televisiva la consegna periodica di una certificazione dell’avvenuto pagamento del diritto connesso e molto altro ancora.

Un reale spirito riformatore avrebbe comportato che il decreto prevedesse una delega per il riordino dell’intera materia del diritto connesso, e non solo dell’Imaie.
Infatti occuparsi e tutelare il diritto connesso equivale a difendere e sostenere la cultura italiana; poiché ciò che viene recuperato in termini finanziari, attraverso la gestione del diritto, viene reinvestito nelle opere culturali nazionali. 

 Edoardo Vianello
Già Presidente Imaie
Primo firmatario del ricorso al Tar in rappresentanza
degli artisti della lista “Consolidare l’IMAIE”

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *