Manca solo la domenica

Gran finale per la Stagione Teatrale Aquilana, organizzata dal Teatro Stabile d’Abruzzo, in collaborazione con l’ATAM, venerdì 14 maggio, ore 21.00, presso l’Auditorium della Guardia di Finanza, con “Manca solo la domenica” con un’irresistibile Licia Maglietta, per l’occasione anche regista. Dopo i successi di Milano, Parigi, Madrid e Roma, Licia Maglietta, che il grande pubblico […]

Gran finale per la Stagione Teatrale Aquilana, organizzata dal Teatro Stabile d’Abruzzo, in collaborazione con l’ATAM, venerdì 14 maggio, ore 21.00, presso l’Auditorium della Guardia di Finanza, con “Manca solo la domenica” con un’irresistibile Licia Maglietta, per l’occasione anche regista. Dopo i successi di Milano, Parigi, Madrid e Roma, Licia Maglietta, che il grande pubblico conosce non solo come attrice di teatro ma anche come interprete di film di successo (con “Pane e tulipani” di Soldini nel 2000 ha vinto il David di Donatello), porta in scena, e magistralmente, una nuova esemplare figura femminile nata dal romanzo “Pazza è la luna” della catanese Silvana Grasso.Accompagnata dall’incalzante bayan, la fisarmonica russa, del maestro Vladimir Denissenkov, solitamente con Moni Ovadia, Licia Maglietta dà voce alla commovente e grottesca figura di una “sicca sicca” Liboria Serrafalco detta Borina, una donna che coniuga il suo status sociale alla sua apparente condizione di vedovanza, trasformandosi, di volta in volta, nella vedova di defunti sconosciuti, Alfio, Gaspare, Nando, Mariano, Peppuccio, etc, dei quali coltiva la memoria con tanta cura e amore.

Come una straordinaria attrice dal lunedì al sabato accanto alla sua vita piatta e prevedibile, come quella di tutto il paese, ne affianca un’altra fatta di tournée nei cimiteri nella provincia di Catania, su autobus e treni locali, da Giarre alle falde dell’Etna, a caccia di altri mariti, sempre defunti. L’unico cruccio resta la domenica. Perchè manca da riempire solo la domenica.

Una lingua siciliana ricca e forbita, arcaica e colorita, tratteggia una galleria spassosa e crudele, quasi una partitura d’opera fatta di parole e musica, con un finale a sorpresa.

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