Introdotto un Patto per una città pulita, Il Comune di Roma spende oltre 5milioni di euro per le scritte dei writers

“Il Comune di Roma spende ogni anno oltre 5 milioni di euro per ripulire le scritte dei writers, circa 3,5 milioni di euro per coprire le scritte sui muri e 1,5 milioni per i mezzi pubblici. E il municipio ha risposto con un’ordinanza che ha due obiettivi: colpire chi imbratta la città e sensibilizzare i […]

“Il Comune di Roma spende ogni anno oltre 5 milioni di euro per ripulire le scritte dei writers, circa 3,5 milioni di euro per coprire le scritte sui muri e 1,5 milioni per i mezzi pubblici. E il municipio ha risposto con un’ordinanza che ha due obiettivi: colpire chi imbratta la città e sensibilizzare i writers al rispetto della legalità”. Così l’assessore all’Ambiente, Fabio De Lillo in un’intervista ad Anci Rivista, il mensile dell’Associazione Nazionale dei Comuni Italiani.

“L’8 febbraio – spiega – sono entrate in vigore tre ordinanze volute dal sindaco Alemanno per la lotta contro chi deturpa la città. Le nuove regole colpiscono il volantinaggio selvaggio, quelli che gettano i rifiuti in maniera errata e i writers che imbrattano i muri. Solo così si potrà vincere la difficile battaglia per il decoro, e sarà possibile effettuare un vero salto di qualità, portando Roma al livello delle grandi capitali europee”. Ma oltre alle multe la capitale ha attivato anche campagne di sensibilizzazione: affissioni in tutta la città e spot radiofonici per sensibilizzare i cittadini e informarli che le multe per chi non rispetta le regole sono sensibilmente aumentate. “Le 3.433 sanzioni comminate nei primi 20 giorni di applicazione delle ordinanze sono un segnale chiaro – spiega de Lillo -. Adesso chi sbaglia paga, la prossima tappa di questo processo virtuoso consisterà nel coinvolgere direttamente i cittadini in una giornata dedicata esclusivamente alla pulizia della città”. E il Comune di Roma ha anche introdotto un Albo per fare una distinzione tra artisti e coloro che invece mirano a imbrattare la città, “una distinzione fondamentale per riuscire a fare un percorso di legalità” e ha individuato aree dove i writers potranno esprimersi liberamente. Infine De Lillo annuncia un altro progetto: “finanziare borse di studio, organizzare mostre espositive e sostenere iniziative proposte dai cittadini e dalle associazioni per il recupero del decoro e per la comunicazione”. Anci Rivista, dedica al writing un’inchiesta che parte dalla disciplina statale, il Pacchetto sicurezza approvato il 15 luglio 2009 (legge n. 94/09). La legge prevede la pena della reclusione da uno a sei mesi o una multa da 300 a 1.000 euro per reati commessi su beni immobili o su mezzi di trasporto pubblico o privato. La pena aumenta se invece il reato è commesso su elementi di interesse storico o artistico: pena della reclusione da tre mesi a un anno e multa da 3mila a 10mila euro. Per i writers recidivi la multa può arrivare a 10mila euro. Sulle misure introdotte dai Comuni in nome del decoro urbano il quadro è abbastanza variegato: il Comune di Milano ha costituito una Banca dati delle tag per individuare le firme dei graffitari recidivi, a Bologna uno studente scoperto in flagrante ha ricevuto un foglio di via con l’obbligo di lasciare la città entro 60 giorni. Più “morbido” il Comune di Vicenza: i writers hanno a disposizione muri liberi in cambio del rispetto per tutti gli altri spazi. (fr)

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