Una pasta per il Cinema

Il prodotto è molto efficace, ben orchestrato e con ottima fotografia e direzione. Sulle Tv gira dal 27 maggio e l’autrice, Valeria Golino, ora, dice che gli piacerebbe dirigere al al cinema Riccardo Scamarcio. Le riprese sono iniziate a febbraio, durate una settimana e con set al Madre Museo d’Arte Contemporanea Donna Regina, storico palazzo […]

Il prodotto è molto efficace, ben orchestrato e con ottima fotografia e direzione. Sulle Tv gira dal 27 maggio e l’autrice, Valeria Golino, ora, dice che gli piacerebbe dirigere al al cinema Riccardo Scamarcio. Le riprese sono iniziate a febbraio, durate una settimana e con set al Madre Museo d’Arte Contemporanea Donna Regina, storico palazzo nel cuore di Napoli. Il prodotto, un cortometraggio che racconta la storia di Sara, bella restauratrice e Roberto, giovane rom innamorato di lei, il cui fratello, il piccolo Armandino, si propone come scaltro intermediario, firmato da Valeria Golino, per la prima volta in veste di regista. Il titolo dell’opera è “Armandino e il madre”, l terzo di una serie di cortometraggi d’autore – con l’Alchimia del Gusto di Edo Tagliavini e Questione di Gusti diretto da Pappi Corsicato – prodotti dal Pastificio Garofalo, la cui storia risale al 1700, quando, con una legge speciale, il Consiglio delle Municipalità di Gragnano (NA), conferì alla famiglia una concessione esclusiva per la fabbricazione della pasta. Oggi il pastificio sorge su un’area di circa 24.000 mq, comprendente sette linee produttive, per una capacità annua complessiva di circa 80.000 tonnellate di buona pasta di semola di grano duro. Cosmopolita e molto famosa negli States, Valeria Golino, nasce a Napoli, figlia d’artisti intellettuali e nipote dell’editorialista e scrittore Enzo Golino. Fu notata dalla regista Lina Wertmüller, che la volle nel suo film del 1983, “Scherzo del destino in agguato dietro l’angolo come un brigante da strada” e poi in “Sotto…sotto..strapazzato da anomala passione”. Nel 1985, girò col regista Peter Del Monte “Piccoli Fuochi” (fra i due ci fu anche un feeling non strettamente artistico), per poi vincere la Coppa Volpi come migliore attrice con “Storia d’amore” di Citto Maselli, premio che le diede una visibilità internazionale che l’attrice sfruttò accettando parecchie coproduzioni e lavorando con registi/e di assodata qualità: per fare qualche esempio, “Gli occhiali d’oro” di Giuliano Montaldo, tratto da un racconto di Giorgio Bassani e “Paura e amore” di Margarethe von Trotta. In America, grazie alla popolarità di “Hot Shots!” e “Hot Shots! 2” di Jim Abrahams, amata dalle major per la sua voce cavernosa e al contempo intrigante, l’attrice non si lascia imbrigliare da contratti in esclusiva, e accetta anche piccoli parti pur di apparire in film di qualità (il bellissimo “Via da Las Vegas” di Mike Figgis, per esempio). Secondo la stessa Golino “Armandino e il madre” “Non è un film sull’arte, ma un film con l’arte. Perché l’arte non è il soggetto protagonista ma c’è, è tangibile, si vede in ogni scena, deve far parte della storia anche inconsapevolmente, suo malgrado. Volevo mostrare la dualità di Napoli, che è contraddittoria, bianca e nera. Nel film ci sono infatti due Napoli: quella più concreta di Armandino e quella astratta del Museo”. On line dal 30 maggio, il piccolo film Poi avrà una distribuzione in 10 sale a rotazione fino ad Ottobre, fra Roma e Napoli. Nel cast la bella Esther Garrel, figlia del regista Philippe Garrel, che interpreta la restauratrice Sara mentre l’attore napoletano Gianluca Di Gennaro è Roberto, suo assiduo corteggiatore. Per la prima volta sullo schermo, il piccolo Denis Nikolic è Armandino, fratello di Roberto e intermediario nelle schermaglie amorose tra i due. Il cast si completa con la partecipazione di Iaia Forte nel ruolo della guardia giurata custode del Madre. Il documentario si può vedere on-line su www.pastagarofalo.it.

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