Terremoto alla Commissione Grandi Rischi

La procura dell’Aquila ha notificato sette avvisi di garanzia ai membri della Commissione Grandi Rischi che il 31 marzo scorso 2009, 6 giorni prima del terremoto che sconvolse L’Aquila, parteciparono alla riunione che si tenne nel capoluogo abruzzese. L’accusa è di omicidio colposo per  aver sottovalutato gli allarmi sismici che precedettero la drammatica scossa del 6 […]

La procura dell’Aquila ha notificato sette avvisi di garanzia ai membri della Commissione Grandi Rischi che il 31 marzo scorso 2009, 6 giorni prima del terremoto che sconvolse L’Aquila, parteciparono alla riunione che si tenne nel capoluogo abruzzese. L’accusa è di omicidio colposo per  aver sottovalutato gli allarmi sismici che precedettero la drammatica scossa del 6 aprile 2009.

“I responsabili sono persone molto qualificate che avrebbero dovuto dare risposte diverse ai cittadini. – dichiara il Procuratore della Repubblica dell’Aquila, Alfredo Rossini – Non si tratta di un mancato allarme, l’allarme era già venuto dalle scosse di terremoto. Si tratta del mancato avviso che bisognava andarsene dalle case”.
«Abbiamo indagato sulla Commissione Grandi Rischi perchè – ha detto il procuratore della Repubblica dell’Aquila- ci sono state denunce di persone che hanno subito questa situazione. Ci sono stati decessi e altro e non potevamo non seguire questo filone».

Nel marzo 2009, infatti, la Protezione civile rassicurò tutti sullo sciame sismico che da mesi interessava L’Aquila. Al termine della Commissione durata meno di 60 minuti,  De Bernardinis, vicecapo della Protezione Civile in conferenza stampa disse: “La comunità scientifica conferma che non c’è pericolo, perché c’è uno scarico continuo di energia; la situazione è favorevole”. Una settimana dopo arrivò la tragedia. Dal “procurato allarme” di Giuliani al “mancato allarme” della Protezione Civile passa una settimana, 308 morti, 1.500 feriti e circa 65.000 sfollati.

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