Folle terra se vista dalla luna

L’ultimo libro di Paolo Morici è “La terra vista dalla luna” (edito da Bompiani), stesso titolo di un film di Pasolini e stesso taglio crudele e surreale, con per protagonisti i giovani backpackers,  dall’apparenza sciatta e dai grandiosi progetti rivoluzionari, che girano il mondo da un ostello all’altro senza che niente e nessuno li turbi […]

L’ultimo libro di Paolo Morici è “La terra vista dalla luna” (edito da Bompiani), stesso titolo di un film di Pasolini e stesso taglio crudele e surreale, con per protagonisti i giovani backpackers,  dall’apparenza sciatta e dai grandiosi progetti rivoluzionari, che girano il mondo da un ostello all’altro senza che niente e nessuno li turbi o li sfiori.  La paura, lo stupore, la disperazione, che roba è? Loro “se ne vanno in giro sei-dodoci mesi, poi tornano a casa come nulla fosse, tanto ritrovano lavoro subito, vivono in un paese imperialista, hanno studiato all’università con il prestito bancario, si interessano di arte, locali nuovi, cazzi e festival di musica elettronica, e davanti alla macchinetta del caffè parlano con il loro capo di Chatwin e di quanto sarebbe bello ripercorrere passo passo il suo itinerario in Patagonia”. Questa fauna dalle idee anticonvenzionali, ma dalle abitudini che più conformiste e paesanotte non si può, compie viaggi n on più intesi  come esperienza formativa, ma come avventura esotica di cui vantarsi con gli amici su Facebook. Di là dall’eterodossia dei contenuti (molto originali e stimolanti), il libro spicca nel panorama editoriale italiano,  per la prosa particolarissima dell’autore, per il suo sarcasmo che graffia, per la lucidità spietata con cui analizza l’oggi attraverso il comportamento finto noglobal di tanta gioventù e per il modo in cui riesce a prendere in giro la mania dell’odierno viaggiare (“ci vuole poco a fare i simpatici, i tolleranti, ci vuole poco a scambiare impressioni con gente che ha letto la tua stessa guida turistica”). Un libro non politicamente corretto e in controtendenza, intelligente e molto ben scritto. Claudio Morici, classe 1972, oltre che uno scrittore è un viaggiatore, un web artist (www.gordo.it), è uno psicologo che ha avuto modo di lavorare con soggetti affetti da disturbi comportamentali. Nel libro si avverte distintamente la conoscenza diretta della malattia mentale e la familiarità con i luoghi in cui ha ambientato la storia. Ciò che si avverte prima di tutto e che emerge con maggiore rilievo è comunque il dono della scrittura, un talento oggi piuttosto raro.

Carlo Di Stanislao

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