Anche Formigoni contro la manovra

Non è di sinistra ed è fra i più apprezzati governatori regionali dello Stivale. Ma oggi anche lui, Roberto Formigoni, da tre mandati alla giuda della virtuosissima ed esemplare Lombardia, smentendo le notizie secondo le quali il fronte dei presidenti delle regioni contrari alla manovra si starebbe incrinando, ha dichiarato: “La posizione delle regioni è […]

Non è di sinistra ed è fra i più apprezzati governatori regionali dello Stivale. Ma oggi anche lui, Roberto Formigoni, da tre mandati alla giuda della virtuosissima ed esemplare Lombardia, smentendo le notizie secondo le quali il fronte dei presidenti delle regioni contrari alla manovra si starebbe incrinando, ha dichiarato: “La posizione delle regioni è unanime, e  chiediamo di cambiare la manovra in un’ottica di responsabilità. Anche se la manovra è necessaria, vogliamo però tenga conto di chi in questi anni ha lavorato e ha lavorato bene. La posizione delle regioni è unitaria, è inutile che  qualcuno faccia il furbo e cerchi di vedere distanze che non ci sono”. . Capisco – ha aggiunto – che non si voglia accettare il fatto che le Regioni sono unanimi nel chiedere al ministero del Tesoro un cambiamento profondo di questa manovra”, ma per vostra informazione e chiarezza, “andate a vedere le agenzie che stanno battendo le dichiarazioni del presidente Jorio che è il vicepresidente della Conferenza delle Regioni ed è uno dei firmatari insieme ai colleghi del sud e vedrete che non c’e’ alcuna incrinatura”. Riguardo alla lettera inviata al ministro Giulio Tremonti dai governatori di Lazio, Campania, Calabria, Abruzzo e Molise, Formigoni dice che il fronte delle regioni è unito e compatto nel chiedere un “cambiamento sostanziale” della manovra,  sottolineando che questi cinque governatori hanno ereditato una situazione “dissestata delle loro regioni”. L’iniziativa dei cinque governatori era già nota al presidente della Regione Lombardia Roberto Formigoni, che ha sollevato una dura polemica nei giorni scorsi all’indirizzo delle scelte annunciate dal governo. Intervistato dal Corriere della Sera, ha spiegato: “La notizia ci dimostra una volta di più che questa manovra è da ripensare, perché è insostenibile per le Regioni nel loro insieme”. Infatti, ha sottolineato, “i sacrifici chiesti dal ministro Tremonti sono troppo sbilanciati su di noi. Poi, certo, c’è la questione che le Regioni non sono tutte ‘uguali’. Ci sono quelle virtuose e quelle no. Ma il caso di questi cinque ‘colleghi’ è ancora diverso. Si tratta, nella maggioranza dei casi, di amministratori che hanno ereditato delle situazioni di bilancio pesantissime per via di gestioni finanziarie dissennate. Di fronte a simili disastri loro non hanno ovviamente responsabilità specifiche. Qualcuno di loro, anzi, ha avviato un’opera di risanamento importante e indiscutibile”. Ad ogni modo, secondo Formigoni, “il fronte delle Regioni non si sta affatto sbriciolando. Anche perché la preoccupazione è di tutti”. Insomma, sempre più, si vede che la manovra targata Tremonti-Berlusconi, piace solo al governo e a Confindustria e spiace, davvero, a tutti gli altri. Ma, nonostante tutto, Berlusconi (che pure si era definito poco convinto e “tirato per il collo”), con una battuta alla conferenza stampa conclusiva del G20 di questa notte, ha riacceso riaccende la polemica sui tagli. Parlando del riferimento del documento finale del G20 al taglio dei deficit entro il 2013, il presidente del Consiglio ha detto che “ci dovremo rassegnare a diminuire le nostre spese e far sì che le spese corrispondano alle entrate”. Riferendosi poi alla situazione italiana ed allo sforzo che il governo ha già fatto con la manovra di adeguare il deficit a quanto richiesto dalla Ue, Berlusconi ha aggiunto: “Chi ha la responsabilità delle Regioni deve difendere lo status quo, ma non si può andare avanti a sprecare così i soldi dei cittadini”. Parlando poi in termini generali, il Cavaliere ha anche detto che la manovra attua una “cassazione dei benefici”. Venerdì scorso il sottosegretario all’Economia Luigi Casero si era detto ottimista sul fatto che “nei prossimi giorni credo si possa trovare un avvicinamento. Le Regioni chiedono di avere meno tagli. Secondo me devono partecipare al progetto complessivo. Nell’incontro con gli enti locali si sono inseriti dei criteri di merito per graduare questi tagli”. Ma le parole del Gran Capo non sembrano dargli ragione. Nella sua intervista a Il Corriere, Formigoni ha dichiarato di essere convinto, poiché lo conosce bene, che “appena Berlusconi tornerà in Italia, credo che l’incontro con noi sarà tra le prime cose che metterà in agenda”. Sarà anche così ma non ci pare di intravedere dalle prime battute del premier-imprendidore, margini di manovre correttive. Berlusconi sembra determinato a procedere come un panzer (mulinando il randello, mentre gongola perché il G20 che ha segnato la vittoria della sua tesi su quella contrapposta della Merkel),  sulla testa di Formigoni, Cota e gli altri governatori ribelli. Come nota Ugo Magri oggi sul La Stampa, poteva anche evitare questa dura e diretta presa di posizione ma, si sa, lui di fronte alle telecamere non resiste e, a volte, gli scappa anche qualche verità.

 Carlo Di Stanislao

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