Il doppio attacco del Senatur

Anche questa volta Berlusconi, con le mascelle serrate e la schiuma alla bocca parlerà di una stampa falsa e falsificante, così incline alla menzogna che bisognerebbe “scioperarla”. Ma sono molti i giornali e non solo di sinistra, a notare il doppio affondo del “fedelissimo Bossi”, sulla manovra e sul caso Brancher. Circa il secondo, sollecitato […]

Anche questa volta Berlusconi, con le mascelle serrate e la schiuma alla bocca parlerà di una stampa falsa e falsificante, così incline alla menzogna che bisognerebbe “scioperarla”. Ma sono molti i giornali e non solo di sinistra, a notare il doppio affondo del “fedelissimo Bossi”, sulla manovra e sul caso Brancher. Circa il secondo, sollecitato a commentare la richiesta di sfiducia presentata da Pd e Idv, dichiara. “e un caso chiuso”, ma aggiunge velenoso: “si è trattato di un errore”.  La mozione di sfiducia contro il Ministro Mario Brancher  sarà presentarla alla Camera, dopo una bizantina opera di mediazione tra tutte le opposizioni, dal  capogruppo del Pd Dario Franceschini , dopo che, ancora una volta, l’opposizione si è mostrata divisa, con l’Udc che ha voluto  aderire a una iniziativa comune con Di Pietro. Comunque stiano le cose, un sondaggio di Luigi Crespi segnala che “l’affaire” Brancher ha fatto perdere a Berlusconi 3 punti in una settimana, portandolo al 47%, fatto rialzare la testa ai finiani e creato dissapori fra Pdl e Lega. E non basta. Sempre nella tarda serata di oggi, mentre Bonaiuti fra acrobazie con i giornalisti fra risposte del premier ai governatori e “chiusura” della manovra, Bossi dichiara che la manovra “si può modificare”  e si dice  d’accordo sulla necessità di ascoltare le richieste delle Regioni.  L’apertura del Senatur arriva mentre il presidente della commissione Bilancio e relatore del provvedimento, Antonio Azzollini, sta per presentare gli emendamenti al testo. Tra questi, l’innalzamento dell’età pensionabile delle donne nel pubblico impiego a 65 anni dal 2012 e un intervento sulla soglia di invalidità per percepire gli assegni. Tra le altre misure che dovrebbero essere contenute nel pacchetto del relatore quelle sul comparto delle forze armate e sulla scuola. In particolare, per quanto riguarda la scuola, le modifiche dovrebbero prevedere una destinazione ai docenti del 30% dei risparmi dai tagli previsti dalla manovra triennale del 2008. Resta, naturalmente, il nodo delle regioni. “Vedro’ Tremonti – ha aggiunto il capo della Lega – vediamo di convincerlo”, facendo intendere che lui è più ascoltato dello stesso capo in testa.  Secondo la senatrice del Pd Anna Finocchiaro,  c’e’ uno straordinario scarto tra quello che e’ l’interesse che nel Paese e in molte delle sue Istituzioni e’ dedicato alla manovra finanziaria e quello che accade in Commissione bilancio al Senato. “Vi sono molte, moltissime questioni che ovviamente accompagnano una manovra, necessaria certamente, ma che, per la sua entita’, ma soprattutto per il suo taglio e per le scelte che sono state adottate, rischia di incidere – e molto – sui cittadini italiani e, in particolare, sui cittadini piu’ esposti, anche sotto il profilo soltanto del loro reddito.  Di fronte a tutto questo – ha osservato la Finocchiaro – potremmo dire che in Commissione bilancio si sta svolgendo quella che spesso ci capita di fare per le scolaresche che vengono a trovarci, vale a dire una simulazione di lavoro parlamentare, che fino a questo momento ha visto accantonati oltre 300 emendamenti e che vede il Governo muto di fronte alle molte obiezioni, proposte e critiche provenienti dalle opposizioni, che vedono un Presidente relatore, come il senatore Azzollini – che tutti in questi anni abbiamo imparato a conoscere e ad apprezzare per la professionalità e la serietà con cui svolge il proprio lavoro – nella difficile situazione di chi, appunto, non puo’ dir parola, non ha una parola da poter spendere e che attende che si compensino altrove, in altri luoghi e non in Parlamento, gli interessi che devono essere compensati perchè alla maggioranza arrivi l’ordine.”  Insomma è possibile che, anche in questo caso il canovaccio aquilano si ripeta, con concessioni e generose regalie dell’ultimora da parte del prodigo Cavaliere, stavolta non con il signorile ed umano intervento di Letta, ma col pungolo e la mutria dura del durissimo Bossi.

Carlo Di Stanislao

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