In galera

Tom Mockridge, amministratore delegato di Skytg24, si è detto  pronto a seguire in carcere il suo direttore Emilio Carelli, in caso di violazioni della futura legge sulle intercettazioni, sanzionate dalla magistratura e il vicepresidente di Mediaset, Pier Silvio Berlusconi, prontamente replica, affermando che la posizione di Mockridge è “molto astuta” e fa il gioco  del Gruppo […]

Tom Mockridge, amministratore delegato di Skytg24, si è detto  pronto a seguire in carcere il suo direttore Emilio Carelli, in caso di violazioni della futura legge sulle intercettazioni, sanzionate dalla magistratura e il vicepresidente di Mediaset, Pier Silvio Berlusconi, prontamente replica, affermando che la posizione di Mockridge è “molto astuta” e fa il gioco  del Gruppo Murdoch. Berlusconi jr ha sostenuto di far “fatica a seguirlo” (l’amministratore della rete concorrente, intende) e assicurato: “non pare proprio a noi ci siano direttori a rischio. Noi siamo soliti rispettare le leggi”. Negli studi di SkyTg24, intanto, è il leader dell’Udc Pier Ferdinando Casini a bocciare l’ultima accelerazione della maggioranza con la decisione della conferenza dei capigruppo di inserire nel calendario di luglio dell’Aula di Montecitorio il ddl intercettazioni. “La maggioranza esagera a mettere all’ordine del giorno le intercettazioni a luglio visto che non saranno approvate prima di settembre”, afferma l’ex presidente della Camera. Secondo il centrista “il problema dell’abuso delle intercettazioni esiste” ma “non si può per ovviare ad un problema crearne uno più grande. La soluzione va trovata con calma, è inutile fare la corsa ad ostacoli a luglio”. Il Giornale, poi, di nuovo afferma che Fini è “una risorsa per l’opposizione”. “Per avere un futuro Gianfranco cambierà la legge elettorale’” scrive il direttore di Libero, Maurizio Belpietro, notando nell’editoriale: “Non so se Fini ha fatto il militare, se si’, dev’essere stato nel genio gustatori. Non si spiega diversamente l’abilita’ del presidente della Camera nel mettere i bastoni fra le ruote del governo”. Insomma mentre c’è chi intende rischiare anche la galera per la libertà di stampa, parte il fuoco di preparazione alla fanteria pesante, della stampa asservita al potere di Berlusconi e della sua maggioranza. Ma, secondo Europa, lo scontro Berlusconi-Fini è finto, un teatrino “che serve a salvare la faccia al fondatore e al cofondatore del Pdl e poi a fine luglio si vedrà. E’ quel che si pensa anche nelle stanze della Lega”. Per l’Unità all’ipotesi del voto in agosto “non credono neanche i berluscones’. E cosi’, nota il quotidiano diretto da Concita De Gregorio, “quello sulle ulteriori modifiche necessarie per migliorare un progetto di legge e’ diventato di fatto la cartina di tornasole dello spazio di manovra dell’ex leader di An nel Pdl. Il consigliere giuridico di Fini, Giulia Bongiorno, ha gia’ segnalato nella sua relazione i punti che andrebbero migliorati, il movimentista Fabio Granata continua a specificare che senza quelle modifiche il testo i finiani non lo voteranno”. “Ma fino ad ora -conclude l’Unita’- nel Pdl nessun passo concreto e’ stato ancora fatto, perchè Berlusconi è fuori e nessuno fra i suoi si azzarda a mettere le carte sul tavolo. Già si intuisce tuttavia che tra le ‘modifiche’ richieste dai finiani e i semplici ‘ritocchi’ ipotizzati dai berluscones, c’e’ una distanza che non sarà facile colmare”. La stessa distanza fra chi per leggi ingiuste si sente di rischiare la galera e chi invece, con sprone parentale, quelle leggi (appunto ingiuste) dice di rispettarle. In piazza Navona, giovedì prossimo, saranno in molti a strepitare con le vuvuzelas, le trombe divenute di moda con i mondiali di calcio,  per far sentire che “non si può mettere la sordina alla libertà”, neanche cucendole attorno un carcere con leggi antidemocratiche, con norme che sono in aperto in aperto contrasto con la Nostra e  con la Convenzione europea dei diritti dell’uomo e che ci fanno arretrare verso livelli d’insabbiamento e barbarie. Sul palco di piazza Navona, con la conduzione di Tiziana Ferrario e Ottavia Piccolo, interverranno oltre ai rappresentanti del giornalismo come Andrea Purgatori e Fiorenza Sarzanini, Lirio Abbate, anche gli esponenti di associazioni, organismi, enti che sono impegnati a difendere uno dei presupposti dello stato di diritto, quei protagonisti della “ribellione delle coscienze” che ha fatto scendere in piazza del Popolo, il 3 ottobre scorso,  centomila persone. Interverranno anche tanti artisti, come Dario Fo (in collegamento telefonico), Massimo Ghini, Leo Gullotta, i Tetes des bois, la Piccola Sinfonietta, Giovanna Marini e tutti assieme protesteranno contro chi vuole cacciare in galera quelli che hanno cara la libertà, che combattono contro il “reato di opinione” e protesteranno sempre nei confronti di un Governo con ministri che incitano a speronare le carrette cariche di clandestini e si preoccupano delle massime garanzie per i potenti ed i loro raggiri furfanteschi ed osceni festini.

Carlo Di Stanislao

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