Cura “fuori legge” per la SLA

Andrea Trisciuoglio, 32 anni, è stato iscritto sabato nel registro degli indagati per detenzione di stupefacenti in seguito ad una perquisizione effettuata dai Carabinieri. Egli ha usato su se stesso, affetto da SLA, un farmaco a base marijuana, di nome “Badiol”. L ‘episodio, accaduto a Foggia, è stato segnalato dalla deputata radicale, eletta nelle liste del […]

Andrea Trisciuoglio, 32 anni, è stato iscritto sabato nel registro degli indagati per detenzione di stupefacenti in seguito ad una perquisizione effettuata dai Carabinieri. Egli ha usato su se stesso, affetto da SLA, un farmaco a base marijuana, di nome “Badiol”. L ‘episodio, accaduto a Foggia, è stato segnalato dalla deputata radicale, eletta nelle liste del Pd, Maria Antonietta Coscioni, che ha presentato un’interrogazione parlamentare. Il medicinale, contenuto in un flaconcino, è prescritto dalla Asl e fornito gratuitamente dalla Regione Puglia. Ex agente immobiliare, Trisciuoglio, sposato e con un figlio di 16 mesi, ha avuto il merito di esporsi e di fare una battaglia che consente in Puglia, unica regione italiana a farlo, di coprire le spese per il “Badiol”: 37 euro. Ora vive con la pensione di invalidità di 250 euro al mese. Il suo avvocato d’ufficio, Luigi Follieri, ex senatore del Partito Popolare, confida nell’archiviazione dell’inchiesta. Per ora sul suo capo pesa una denuncia in base all’articolo 73 del decreto 309-90, quello sulla detenzione a fine di spaccio di stupefacenti. Non risulta che altre persone abbiano ricevuto lo stesso trattamento. “Credo che in caso di patologie capaci di compromettere seriamente la qualità della vita la prescrizione di farmaci con cannabinoidi sia più che dovuta”, commenta Francesco Schittulli, presidente della Lega italiana per la lotta ai tumori. Già in occasione del convegno della Società per le Neuroscienze del 23-27 ottobre 2004 a San Diego, California, numerosi scienziati presentarono i risultati di una ricerca di base sulle possibili applicazioni cliniche dei cannabinoidi, compreso il morbo di Parkinson e la Sclerosi Laterale Amiotrofica. Secondo uno studio, sempre del 2004, pubblicato sul numero di Marzo/Aprile dell’American Journal of Palliative Care,  i pazienti  che soffrono di sclerosi laterale amiotrofica (SLA) possono avere benefici sintomatologici  in seguito all’assunzione di cannabis. Secondo, infine, una ricerca più recente condotta a Seattle, WA (USA) il THC (principio attivo della ccabis) ritarda la progressione della sclerosi laterale amiotrofica. I risultati della ricerca, pubblicati sul Journal of Amyotrophic Lateral Sclerosis, dimostrano che la somministrazione di delta(9)-tetraidrocannabinolo (THC) ha ritardato la progressione della malattia in un modello animale della SLA. Dal 31 luglio 2001 in Canada è consentito fare uso, possedere e coltivare marijuana per scopi medici. Tali pratiche sono disciplinate dalle Marihuana Medical Access Regulations, un impianto normativo di sicuro interesse e, per certi versi, rivoluzionario, sia per la velocità con cui il governo canadese lo ha attuato, sia per i contenuti che lo caratterizzano. Un n temporaneo via libera alla marijuana gratuita per uso terapeutico è arrivato, a febbraio scorso, dal tribunale di Avezzano. Il principio è affermato in un’ordinanza del giudice Elisabetta Pierazzi. La pronuncia è stata emessa in un procedimento cautelare e urgente promosso da un malato di sclerosi multipla allo stadio avanzato. Essa afferma il diritto alla somministrazione gratuita di cannabinoidi al malato in questione. Il provvedimento è il primo nel suo genere in Italia. Il malato che ha ottenuto la pronuncia innovativa del giudice del tribunale di Avezzano era in condizioni di particolare indigenza e per questo aveva chiesto alla Asl di poter ottenere la somministrazione gratuita del farmaco a base di cannabis prodotto fuori dall’Italia, dimostratosi l’unico efficace ad alleviarne le sofferenze. Sulla vicenda è subito intervenuta l’Aduc. “C’è da constatare ancora una volta”, afferma l’Associazione diritti utenti e cosumatori, “che, per ottenere il rispetto di un diritto costituzionale, un cittadino è stato costretto a fare causa». La decisione si è basata su una particolare interpretazione dell’a rticolo 32 della Costituzione (che afferma il diritto del cittadino alla salute). L’ordinanza considera, infatti, questo diritto prevalente, in un certo senso, rispetto a norme a fondamento etico che pure di fatto ne limitano l’efficacia. Vedremo ora come andrò a finire il caso foggiano.

Carlo Di Stanislao

Una risposta a “Cura “fuori legge” per la SLA”

  1. Silvia ha detto:

    Attenzione!!!!!!!! La SLA è una cosa, la sclerosi multipla un’altra!

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