Da Firenze a Roma passando per L’Aquila

Dopo una camera di consiglio di 180 minuti, il Tribunale di Firenze, ha deciso la propria incompetenza territoriale per quanto riguarda il processo sulla scuola marescialli dei carabinieri di firenze e disposto per il trasferimento del procedimento dal capoluogo toscano a Roma, accogliendo di fatto la richiesta  degli avvocati difensori di Angelo Balducci, Fabio De […]

Dopo una camera di consiglio di 180 minuti, il Tribunale di Firenze, ha deciso la propria incompetenza territoriale per quanto riguarda il processo sulla scuola marescialli dei carabinieri di firenze e disposto per il trasferimento del procedimento dal capoluogo toscano a Roma, accogliendo di fatto la richiesta  degli avvocati difensori di Angelo Balducci, Fabio De Santis e Guido Cerruti e respingendo la tesi della procura, secondo cui il processo doveva rimanere a Firenze.Il tribunale, nella sua decisione, ha fatto preciso richiamo alla sentenza Il tribunale della Corte di Cassazione del 10 giugno scorso, là dove si attribuisce la competenza territoriale dell’inchiesta a Roma, e si fa riferimento all’ “unicità” del patto corruttivo tra gli indagati. Ed anche se il pm Luca Turco ha commentato: “Questa sentenza non tocca la validità dei risultati acquisiti durante l’indagine che non sono stati messi in discussione neppure dalla Corte di Cassazione”, a noi qualche vago sospetto viene. Lo stesso pm, dietro parole ferme che esprimono la volontà di andare avanti, ha parlato di “battuta di arresto”. A lui, Repubblica, ha chiesto un raffronto tra la vicenda degli appalti per il G8 della Maddalena e Tangentopoli. Nella sua risposta il magistrato ha detto: “Il sistema di corruttela evidenziato dalle nostre indagini dimostra come possano essere cambiati i rapporti tra affari e politici centro di interessi non c’è più il partito, ma un singolo politico attorno al quale si forma un sistema di relazioni e anche, almeno potenzialmente, di dazioni. Da tempo il finanziamento ai partiti è un tema scomparso dal dibattito politico, mentre invece possiamo notare che rimane il singolo politico”. Al termine della stessa udienza di trasferimento,  si è anche appreso della morte di Guido Cerruti, uno degli imputati. A darne notizia è il suo legale, Vincenzo Dresda. Cerruti, 66enne avvocato amministrativista, era stato arrestato con l’accusa di corruzione pochi giorni dopo essere stato interrogato dai magistrati della procura di Firenze. Gravemente malato, era tornato in libertà il 7 maggio scorso, con il solo vincolo dell’obbligo di dimora a Roma e beneficiando, pochi giorni fa, della decadenza della misura cautelare in quanto i pm di Roma non ne hanno sollecitato il rinnovo. Per quanto riguarda le altre persone coinvolte nell’inchiesta fiorentina, l’imprenditore Francesco Maria De Vito Piscicelli sarà processato con rito abbreviato il prossimo 21 settembre, mentre è stata stralciata la posizione del coordinatore del Pdl Denis Verdini e dell’imprenditore edile Riccardo Fusi. Balducci e De Santis sono accusati di aver posto, con la mediazione di Piscicelli, le loro funzioni a disposizione di Fusi, che per anni cercò con ogni mezzo, anche illegale, secondo la procura fiorentina, di recuperare l’appalto della Scuola Marescialli da lui vinto nel 2001 e poi perso nel 2006. Nel capoluogo toscano, sempre per la corruzione sulla scuola marescialli, rimane il processo per rito abbreviato a carico di Francesco De Vito Piscicelli. L’udienza è fissata per il prossimo 21 settembre. Piscicelli, però, attende anche una decisione del tribunale di riesame di Firenze (oltre quello di Roma) contro il gup fiorentino che alla metà del giugno scorso ha respinto un’istanza presentata per far revocare gli arresti domiciliari; l’udienza si terrà il prossimo 16 luglio.  Il 5 luglio, come scrive il Messaggero, Angelo Balducci e Fabio De Santis hanno fatto ricorso al tribunale del riesame di Roma contro la decisione del gip Rosalba Liso che ha confermato il loro arresto in carcere. Analoga istanza è stata presentata al tribunale dall’imprenditore Francesco De Vito Piscicelli: agli arresti domiciliari, aveva chiesto di tornare in libertà. L’udienza del riesame resta per ora fissata per il prossimo 12 luglio.  Tornando alla procura di Firenze, da cui sono partite le indagini, il pm Turco ha anche detto: “non credo avremo problemi ad andare avanti su altri filoni di indagine, non ci saranno ricadute”. Dunque, parlando con i giornalisti al termine dell’udienza, Turco ha negato di essere deluso per la sentenza e detto: ”facciamo il nostro mestiere; domani cominciamo un’altra indagine”. Speriamo non gli portino via anche questa. Sempre in merito alla intricata vicenda, una nota di ieri ci informa, ancora una volta,  che il dott. Bertolaso o ha già dato mandato ai suoi legali di fiducia di avviare decine di iniziative giudiziarie nei confronti di altrettanti giornalisti, a tutela della propria reputazione. Nello stesso modo si procederà nei confronti di quanti fanno affermazioni non corrispondenti alla verità dei fatti, nel momento in cui si potrà entrare in possesso ufficialmente di documenti necessari. Sempre ieri, Guido Bertolaso, aveva chiarito di “aver avuto la disponibilità dell’appartamento di Via Giulia nel corso dell’anno 2003, vicenda confermata anche ai magistrati di Perugia, e non nel 2005/2006 come risulterebbe affermato da Zampolini”. “Sia il Cardinale Crescenzio Sepe, che il professor Francesco Silvano (stando a quanto riportato da notizie di stampa) – si spiega nella stessa nota – hanno confermato ciò che il dottor Bertolaso ha sempre sostenuto, anche davanti ai magistrati, e cioè che l’appartamento di via Giulia gli è stato reso disponibile dallo stesso professor Silvano, dopo che erano emerse difficoltà nella permanenza del dottor Bertolaso presso un Collegio cattolico dove era temporaneamente alloggiato”. “Incompatibilità causate dagli orari imposti dall’impegno istituzionale del Capo del Dipartimento della Protezione Civile con l’attività didattica religiosa dell’istituto – si continua – Il dottor Bertolaso, come ha già più volte sostenuto, non ha mai conosciuto né il signor Zampolini, né tantomeno il signor Curi”. Note, date, trasferimenti, in una vicenda sempre più avvolta nella nebbie complesse di una complessa ricostruzione. Ricordiamo qui, per il lettore distratto, che il Coordinatore nazionale del Popolo della Libertà, Denis Verdini, già indagato a Firenze e a Roma per corruzione nel caso dei Grandi Eventi, si trova iscritto nel registro degli indagati della Procura nazionale antimafia, che sta indagando sulla ricostruzione de L’Aquila a riguardo del Progetto C. a. s. e. e dei duecento palazzi e decine di scuole che il governo ha realizzato per i terremotati d’Abruzzo. L’inchiesta dell’antimafia si intreccia con l’inchiesta sui Grandi Eventi, i personaggi sono gli stessi, le società sono le stesse. Interrogatori ed intercettazioni, vietate, censurate, occultate agli occhi degli italiani, riguardano anche nomi della grande politica italiana.  Denis Verdini venne ascoltato in merito ai suoi rapporti con il costruttore Fusi: “Ho accompagnato Fusi insieme al presidente della Banca dell’Aquila, credo la Cassa di Risparmio dell’Aquila, e un consorzio dal dottor Letta, per raccomandargli la… diciamo la possibilità di lavorare: questo è avvenuto. Il colloquio si è risolto in grandi gentilezze, ma la sostanza è che i lavori dell’Aquila erano stati, come dire, orientati, verso la soluzione (…) E siccome Letta è dell’Aquila ed era molto interessato alle cose…“. Denis Verdini è anche protagonista di alcune intercettazioni telefoniche, che riguardano proprio gli appalti per la ricostruzione de L’Aquila. Appalti milionari per gestire spettacoli, cultura e comunicazione, assegnati quasi esclusivamente con affidamenti diretti, senza quelle gare pubbliche che l’amministrazione è obbligata a fare oltre la soglia dei 20.000 euro. A tirare le fila sono gli uomini più vicini a Gianni Alemanno: il capo della segreteria Antonio Lucarelli; la segretaria particolare del sindaco Laura Mangianti; il capo ufficio stampa Simone Turbolente. Lo scorso 18 e 19 maggio si è svolta la kermesse degli Stati Generali della città al Palazzo dei Congressi a Roma, per la quale il Comune di Roma ha affidato un appalto per 900 mila euro, oggi oggetto di indagini. Due uomini, Lucarelli e la Mangianti, una società, Ecosfera spa, la società dei fratelli Ezio e Duilio Gruttadauria, già finita nello scandalo del Salaria Sport Village di Diego Anemone, nelle inchieste della procura di Firenze e negli appalti abruzzesi dell’ ex-governatore Ottaviano Del Turco. Un panorama complesso, ma con protagonisti che si ripetono. Ad esempio la Ecosfera compare in Abruzzo l’11 marzo 2006,  in un convegno elettorale de “La Rosa nel pugno” dal titolo “cosa serve all’Abruzzo” e vince una serie di appalti milionari, come la progettazione del Piano Paesaggistico regionale: un bel bando pubblico da 1,2 milioni di euro, ma anche quello del Parco Fotovoltaico di Penne Sant’Andrea ed anche quello, poi mai realizzato,  del Parco religioso nei pressi di Sulmona,  ideato da Franco Iezzi.  Ora ci si aspetterebbe che la società tale società sia particolarmente solida, annosa e milionaria, ma niente del genere emerge dalla ricostruzione fatta tempo fa su http://abruzzo.indymedia.org/article/7378?print_page=true. Essa è stata è stata costituita il 22 luglio del 2002 e nel  2005, aveva conseguito un utile d’esercizio di soli 57 mila euro, per un volume d’affari di 176 mila:  davvero pochino per una ditta che di lì a poco in Abruzzo avrebbe fatto man basa. Nel 2006 l’utile è stato di 190 mila euro per un volume d’affari di 300 mila.  Nel 2007 l’utile ha raggiunto, invece,  i 75 mila euro  ed il volume d’affari è stato di 540 mila.  Infine,  nel 2008, la società vantava un capitale pari a 650 mila euro, ma riceveva due appalti ritenuti “essenziali per la Regione”: il potenziamento del porto di Ortona e l’attrezzatura e il potenziamento dell’innesto di questo canale a Roma.  Anche in questo caso, comunque, tutto diretto a Roma.

Carlo Di Stanislao

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