Inseguendo un ebreo errante sulle pendici dell’Elba

Si intitola Ebrei erranti il quarto dei dieci racconti di Daniele Pugliese, pubblicati dalla casa editrice Baskerville di Bologna con il titolo Sempre più verso Occidente, in una collana che annovera tra gli altri autori Tondelli, Celati, Pessoa, Perec, Welles. Il libro verrà presentato lunedì 12 luglio alle 18.30 nel giardino del Museo ebraico di Livorno, d al sindaco della città Alessandro […]

Si intitola Ebrei erranti il quarto dei dieci racconti di Daniele Pugliese, pubblicati dalla casa editrice Baskerville di Bologna con il titolo Sempre più verso Occidente, in una collana che annovera tra gli altri autori Tondelli, Celati, Pessoa, Perec, Welles. Il libro verrà presentato lunedì 12 luglio alle 18.30 nel giardino del Museo ebraico di Livorno, d al sindaco della città Alessandro Cosimi e da Paola Bedarida, esponente dell’antica Comunità ebraica della città portuale.Ebrei erranti narra un incontro burrascoso ma pieno di reciproco interesse – avvenuto, senza che venga detto, all’isola d’Elba – fra un gentile e un ebreo e dell’assillante interrogativo che il primo si pone: «Che cos’è un nemico?». Dietro alla loro conversazione, prima svogliata e sfuggente, poi via via sempre più densa di curiosità e reciproco abbandono, un viaggio a Gerusalemme e i sentimenti contorti verso gli arabi, fino a un segno di pace tracciato da una Bic fra Perez e Arafat.
Il libro, come ha scritto Il Sole 24 Ore, «è una lettura piacevole e al tempo stesso dura. Perché a descrivere il dolore e la morte, piuttosto che l’amicizia e l’amore (lecito e illecito che sia), è una penna disincantata e per questo lucida, talvolta al la ricerca dell’assurdo e spesso cond! izionata dal pessimismo. La pesantezza dell’essere traspare subito dal primo racconto, che dà il titolo al libro, ed è ispirato al Verso Occidente di Primo Levi. Ma qui Pugliese va oltre: al suicidio collettivo dei lemming (roditori che si buttano nel mare e annegano) e di una tribù dell’Amazzonia, aggiunge la presa di coscienza dell’impossibilità di colmare un vuoto esistenziale. Con lo scorrere delle pagine, il lettore affronta interrogativi e personaggi che aprono scenari e riflessioni profonde».
Un libro dove si possono trovare «un pizzico di Italo Calvino e delle sue descrizioni minuziose, scientifiche e graffianti. Una spruzzata di Joseph Konrad, del suo gusto per l’esotico e per la crudezza dei fatti. E, in aggiunta, un po’ di quel gusto per l’assurdo razionale e per i paradossi senza risposta tipico di Dino Buzzati».

Daniele Pugliese, torinese, movimento studentesco in gioventù, oltre trent’anni di carriera giornalistica sulle spalle, ha all’attivo numerose pubblicazioni, da solo o con altri: una monumentale storia del Pci, un saggio sulla nascita del movimento cooperativo ed un altro sulle fo rtune del sigaro Toscano, oltre alla curate! la per c onto de l’Unità, il giornale nel quale ha lavorato dal 1978 fino alla chiusura della testata alla fine degli anni ’90, di volumi sulla massoneria e sul mostro di Firenze. Attualmente è il direttore di Toscana Notizie, l’Agenzia di informazione della Regione Toscana.
Questo è il suo esordio nella narrativa.

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