Italia multietnica ma non delinquenziale

Più immigrati non vuol dire più criminalità. E tra le collettività straniere che hanno il rapporto percentuale più basso tra carico di denunce penali e numero di connazionali residenti in Italia, ci sono moldavi, romeni, albanesi e cinesi. Lo afferma il Cnel nel VII Rapporto sugli “Indici di integrazione degli immigrati in Italia”, presentato oggi […]

Più immigrati non vuol dire più criminalità. E tra le collettività straniere che hanno il rapporto percentuale più basso tra carico di denunce penali e numero di connazionali residenti in Italia, ci sono moldavi, romeni, albanesi e cinesi. Lo afferma il Cnel nel VII Rapporto sugli “Indici di integrazione degli immigrati in Italia”, presentato oggi a Roma. Dal 2005 al 2008, fa notare il Cnel, “i residenti stranieri sono aumentati del 45,7%, mentre le denunce contro di loro sono cresciute solo di circa il 20%”. Se si ipotizza, aggiunge il Consiglio nazionale dell’economia e del lavoro, che “l’aumento di denunce a carico degli stranieri nel 2008, rispetto al 2005, sia addebitabile agli stranieri registrati come nuovi residenti, si arriva alla conclusione che a carico dei nuovi venuti vi è un denunciato ogni 25 individui (esclusi irregolari e stranieri di passaggio), mentre a carico di tutti i residenti in Italia (italiani e stranieri) vi è un denunciato ogni 22 individui; viene così a cadere il pregiudizio di una maggiore pericolosità degli stranieri”. Per quanto riguarda le singole collettività, gli immigrati provenienti dalla Moldavia possono essere considerati i più virtuosi (la differenza tra la percentuale delle denunce e quella dei residenti è di 9,6 punti a favore di quest’ultima). A seguire ci sono i romeni (-6,5%), gli albanesi (-4,8%) e i cinesi (-1,8%). Marocco, Senegal, Tunisia, Nigeria ed Egitto totalizzano invece il 29,6% delle denunce presentate contro stranieri, anche se i soggiornanti sono solo il 18,7% della popolazione immigrata.

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