Crepe

Si allarga lo strappo nel Pdl, dopo le dichiarazioni di ieri, alla commemorazione in via D’Amelio, di Gianfranco Fini, che non solo “non considera un eroe” Mangano, a differenza di Dell’Utri , ma ribadisce che è sotto gli occhi di tutti il suo impegno circa il ddl sulle intercettazioni. Ieri sul Secolo XIX i suoi […]

Si allarga lo strappo nel Pdl, dopo le dichiarazioni di ieri, alla commemorazione in via D’Amelio, di Gianfranco Fini, che non solo “non considera un eroe” Mangano, a differenza di Dell’Utri , ma ribadisce che è sotto gli occhi di tutti il suo impegno circa il ddl sulle intercettazioni. Ieri sul Secolo XIX i suoi avevano dichiarato, in buona sostanza, che o Berlusconi smette di fare il Berlusconi e si adatta alle logiche dei partiti classici, oppure sarà scissione ed oggi Feltri, sul Giornale, si augura proprio che i finiani si tolgano di torno.Replica il ‘finiano’ Benedetto Della Vedova. “Noi abbiamo cercato sul ‘Secolo’ di ieri di suonare la sveglia per il Pdl, dicendo cose magari da discutere. Feltri oggi invece ha recitato il de profundis per il Partito di Berlusconi”.” Non é in discussione l’attuale leadership del Cavaliere – prosegue Della Vedova – da parte di nessuno. Però un partito vitale non può accettare il destino indicato da Feltri: accompagnare Berlusconi fino al diluvio, silenti in cambio della poltrona, lasciando ai superstiti il compito di ricostruire un nuovo partito. Così il partito non vive, ma muore subito. Berlusconi dovrebbe avere più fiducia in se stesso e nella sua stessa leadership , questo gli consentirebbe di governare come e meglio di oggi e nel contempo assecondare una sana competizione di idee e di personalità dentro il ‘suo’ partito, anziché asserragliarsi in un fortino di presunti fedelissimi”. Fini, ai ragazzi della memoria in via D’Amelio, ha detto di aver fiducia nelle istituzioni: soprattutto magistratura e Parlamento e di credere che le “istituzioni vadano rispettate anche quanto a rappresentarle ci sono uomini non all’altezza”. La presenza di Gianfranco Fini non è stata in verità esente da momenti di confronto serrato. Al suo arrivo per deporre una corona di fiori è stato contestato da un gruppo di Agende rosse (lo stesso Fini ha poi smentito che si trattasse di “contestazioni”, dichiarando: “Sono ragazzi animati da una certa passione e dal desiderio di verità. Si dividevano tra coloro i quali apprezzavano la presenza del presidente della Camera e coloro che contestavano che all’interno dello Stato ci possano essere presenze di tipo mafioso”. E dopo aver ricordato di diffidare, come insegnava Sciascia, anche dei “professionisti della’antimafia”, il Presidente del Parlamento ha aggiunto: “Sta emergendo dalle nuove indagini sulle stragi mafiose che non fu solo mafia: ci fu contiguità, collusione, segmenti deviati e personaggi che agivano in quel momento in nome dello Stato. Individuare eventuali collusioni e complicità è un dovere che va oltre le divisioni politiche. Chi crede nelle istituzioni si indigna nell’apprendere che ci sono motivate ragioni nel ritenere che ci furono depistaggi e qualcosa vada ancora chiarito”. Ma i commenti di tutta la Stampa, dal Giornale e Libero a l’Unità e Repubblica, è tutto concentrato sulle altre frasi già riferite, che ampliano la forbice fra lui ed i berluscones doc. Oggi, attorno alle 17,30, Gianfranco Fini sarà al Circus di Pescara per presentare il suo libro (edito da Rizzoli) “Il futuro della libertà”, richiesto con insistenza da Generazione Italia Abruzzo e dalle fondazioni Fare Futuro e Identità Domani e, certamente, farà capire a che punto è la crepa dentro al Pdl e se va giudicata superficiale o strutturale, da classe B-C o da edificio decisamente E. ‘impegno a edificare un equilibrato domani di L’benessere e libertà condivise è la sua idea, ma evidentemente diversa da quella che ha il Cavaliere che, comunque, resta saldamente al comando e sembra capace di rintuzzare le sue manovre e le trame del binomio Lega – Tremonti. Ai ragazzi che a Palermo, durante la cerimonia di ieri, gli chiedevano che cosa sarebbe accaduto circa il ddl, rispondeva: “Lo vedete cosa sto facendo…”. E ancora: “Avete visto cosa ha detto il procuratore Grasso e i progressi fatti in Parlamento sugli emendamenti, dovete solo avere fiducia”.
Certo è che la partita fra lui e il Cavaliere è ormai giunta ai tempi supplementari. Oggi, in commissione Giustizia, il governo dovrà dare il parere sugli emendamenti della Bongiorno, tra cui quello che cancella la responsabilità giuridica degli editori. L’orientamento che si poteva cogliere ieri era favorevole. Poi c’è la nuova modifica sul diritto di cronaca che, a questo punto stamattina, Alfano dovrà verificare con la presidente della commissione. Senza il lasciapassare dei finiani la legge si blocca, visto che gli uomini del presidente della Camera hanno già annunciato che, se resta una legge-bavaglio, essi voterebbero no alle pregiudiziali di costituzionalità. Qualora Berlusconi accetti in pieno la linea del Quirinale e di Fini rimane un ostacolo procedurale, cambiare una parte della legge che ha già avuto un “doppia lettura conforme” da Camera e Senato. Insomma oggi è il giorno geologico della verifica della profondità delle crepe.

Carlo Di Stanislao

Una risposta a “Crepe”

  1. grazia ha detto:

    L’errore di Fini è stato quello di confluire nel PDL che di fatto era ed è FORZA ITALIA, rimanendone soffocato.
    Nella sua idea originaria aspirava a prenderne il controllo. Ma così non è stato ed oggi è difficile tornare indietro e ricostruire i cocci di AN.
    Casini è stato politicamente più lungimirante…

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