L’EUR contro la F1

Nelle ultime settimane è ripartito il dibattito sul Gran Premio di Formula 1 previsto all’Eur ( dal curvone “Valfiorita”, al rettilineo “Tre Fontane”, poi destra-sinistra del “Colosseo Quadrato” e infine la curva ad angolo dell’Industria), già tra 2 anni o, più realisticamente dal 2013.  Quella della Formula 1 a Roma è un’idea che da tempo […]

Nelle ultime settimane è ripartito il dibattito sul Gran Premio di Formula 1 previsto all’Eur ( dal curvone “Valfiorita”, al rettilineo “Tre Fontane”, poi destra-sinistra del “Colosseo Quadrato” e infine la curva ad angolo dell’Industria), già tra 2 anni o, più realisticamente dal 2013.

 Quella della Formula 1 a Roma è un’idea che da tempo affascina molti (da Enzo Ferrari, più di 35 anni fa) e fa storcere il naso ad altri. Nell’ultimo anno però la società promotrice ed organizzatrice dell’evento, la Flammini Group, ha dato il via ad un progetto concreto, con un gruppo di sponsor top secret, fra cui, pare Philip Morris e General Motors. Ai dialoghi con le istituzioni ed il Sindaco è seguita l’approvazione da parte della FIA del tracciato e soprattutto l’avvio di una serie di colloqui tra l’AD di Roma Formula Futuro Dario Calzavara e i rappresentanti dei comitati di quartiere, anche limitrofi, dell’area interessata (Eur, Torrino, Decima, Castellaccio, Ferratella, Trigoria, Castel di Leva, Ottavo Colle, Giuliano Dalmata). Molti residenti hanno scelto la linea dura del “no” ritenendo eccessivamente impattante un evento di questo genere all’interno della città. Proprio questi cittadini, coadiuvati anche da associazioni animaliste nazionali, denunciano, la minaccia per la Capitale e per l’ambiente. Quello che maggiormente preoccupa sono i livelli di impatto acustico che potrebbero danneggiare che vive nel quartiere. Oltre al tema centrale della salvaguardia di parchi e aree dell’Eur. Matilde Spadaro, Consigliere del Municipio XII, fa notare che nell’area delle Tre Fontane, destinata ai box per le monoposto, è prevista una variante urbanistica con conseguente costruzione di una torre: “Il palazzo previsto è aumentato di cubature da 9 a 14 piani. E’ privo di studi di sostenibilità finanziaria ed ambientale. Il quartiere non vuole il GP e gli abitanti sono molto preoccupati”. La risposta arriva direttamente da Maurizio Flammini: “Va fatto notare che oggi la ex meravigliosa zona delle Tre Fontane è totalmente degradata tanto da non poter più garantire un adeguato utilizzo da parte degli sportivi. È recente la chiusura da parte della ASL. Il progetto Roma Formula Futuro prevede di rifare tutti gli impianti potenziandoli ed aumentando l’attuale superficie dedicata allo sport del 20%, ed inoltre rendendo la zona completamente fruibile da parte dei cittadini. Intervistato ieri su La7 il sindaco Alemanno difende l’idea che garantirà un introito, diretto ed indiretto, fra turismo, biglietti e sponsor, di un miliardo di euro l’anno, oltre ad investimenti immediati, per recuperi urbani, di 160 milioni di euro. Oltre a vari comitati cittadini, anche Italia Nostra si è schierata contro il Gran Premio, un evento “invasivo, pericoloso e che porterà altro cemento”.Secondo l’associazione ambielntalista, “da anni, non vengono più organizzati circuiti della Formula 1 nelle città anche per i pericoli che comportano per piloti e spettatori. Era stato chiesto alla città di Parigi di permetterlo, ma è stato posto un deciso rifiuto. Roma non ha certo bisogno della Formula 1 per aumentare i turisti”. I romani, spiega italia Nostra, “hanno bisogno di più pulizia di mezzi pubblici efficienti e specialmente di tenere con cura i suoi straordinari monumenti”. Polemicamente contrario anche Enzo Radaelli, leader storico dell’associazione che tutela l’autodromo di Monza, il quale nei giorni scorsi ha dichiarato: “Un Gran Premio di Formula 1 a Roma ucciderà non solo il gp di Monza ma tutta la città”. Potremmo avanzare una soluzione che riuscirebbe, forse, a far contenti tutti. Perché non una gara fra le macerie, una sorta di rally ad alto impatto, nel centro di L’Aquila? In questo modo non si rischiano disagi per i residenti (non ve ne sono), si tratterebbe solo di spostare qualche maceria e gli incassi potrebbero essere “regalati” per la ricostruzione. Idea folle? Forse, ma chissà che non piaccia al Cavaliere in cerca di rilancio.

Carlo Di Stanislao

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