E’ morto Romano Canosa

Considerato il maggiore storico abruzzese, Romano Canosa, magistrato di formazione, è morto sabato pomeriggio nella sua Ortona, all’età di 75 anni. Canosa ha passato la più parte della vita a Roma e, soprattutto, a Milano, dove è stato per anni magistrato del lavoro. E’ stato tra i fondatori di Magistratura Democratica e ha scritto 75 […]

Considerato il maggiore storico abruzzese, Romano Canosa, magistrato di formazione, è morto sabato pomeriggio nella sua Ortona, all’età di 75 anni. Canosa ha passato la più parte della vita a Roma e, soprattutto, a Milano, dove è stato per anni magistrato del lavoro. E’ stato tra i fondatori di Magistratura Democratica e ha scritto 75 saggi storici, di cui 16 dedicati alla nostra Regione, con i quali ha ricostruito gli ultimi 500 anni della storia della Regione, sino alle vicende della brigata Majella e del boom economico e la sua ultima opera “L’Abruzzo in età giolittiana”, appena uscito per i tipi della casa editrice Menabò di Gaetano Basti (la sua casa editrice, da sempre), era stato presentato il giorno prima della morte, sempre ad Ortona. Sempre quest’anno, ma per la Mondadori, aveva pubblicato “Farinacci il superfascista”, ritratto del “ras di Cremona”, che fra i fedelissimi di Mussolini spicca come figura di particolare valore e complessità. In questo libro, confermando le doti di cultura, intelligenza ed equilibrio, grazie a un rigoroso approccio alle fonti, Romano Canosa realizza un’opera ambiziosa e convincente, ma soprattutto evita l’errore più comune commesso da quasi tutti gli storici che si sono occupati di Farinacci: ridurre il preteso “uomo forte” del regime a una sorta di caricatura e attenuare, di conseguenza, le sue precise responsabilità nell’instaurazione, nel consolidamento e nelle scelte più gravi del regime fascista, prime fra tutte l’esaltazione e la pratica della violenza squadristica. E sempre quest’anno, è uscito, per la fida Menabò” la sua “Storia d’Abruzzo nel secondo dopoguerra”, ultimo di quindici volumi che esplorano la vita della popolazione abruzzese dagli anni degli stati Farnesiani di Margherita d’Austria al secondo dopoguerra che vede il passaggio dell’Abruzzo da territorio agricolo, impovento dalla mezzadria e dalla emigrazione, a regione industrializzata e predisposta al turismo. Passando attraverso l’età spagnola, l’età borbonica, il periodo francese, la restaurazione e gli anni preunitari, con uno sguardo attento anche ai fenomeni di complessa definizione storica come i processi alle streghe, la transumanza e il brigantaggio (a ognuno dei quali è stato dedicato un intero volume) la collana offre un ricco affresco della storia moderna e contemporanea dell’Abruzzo, proponendola in un taglio originale e finora poco praticato. Con Canosa l’Abruzzo perde un grande figlio ed un sublime, attento cantore.

Carlo Di Stanislao

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