Cialente e coalizione, una “zavorra” per la rinascita dell’Aquila

Anche in questi giorni di Ferragosto, quando tutto è un po’ più soft, si continua ad assistere al balletto delle cifre, e sulla disponibilità dei soldi per la ricostruzione tra lo Stato, la Regione e il Comune. Addirittura c’è una vera e propria rincorsa agli sproloqui, contenuti in comunicati e conferenze stampa su cose ovvie […]

Foto: Manuel Romano

Anche in questi giorni di Ferragosto, quando tutto è un po’ più soft, si continua ad assistere al balletto delle cifre, e sulla disponibilità dei soldi per la ricostruzione tra lo Stato, la Regione e il Comune. Addirittura c’è una vera e propria rincorsa agli sproloqui, contenuti in comunicati e conferenze stampa su cose ovvie e di ordinaria vita amministrativa. Credo, invece, che sia necessaria un’assunzione di responsabilità da parte di tutti gli enti protagonisti della ricostruzione, ognuno per la propria competenza. Con ragionamenti e una programmazione adeguati, bisogna accantonare l’aspetto economico in questa fase, e ci si deve concentrare sul modo in cui ogni ente si deve organizzare e strutturare per poter affrontare le fasi della ricostruzione.

Il Comune dell’Aquila ha delle competenze specifiche e, soprattutto per quanto riguarda la ricostruzione del centro storico del capoluogo e delle frazioni, ha anche l’obbligo di predisporre una serie di atti complessi di pianificazione, tra cui i piani di ricostruzione. Si è in forte ritardo su tali incombenze. Queste non possono essere affrontate senza organizzare un ufficio come vera struttura di servizio funzionale di alto livello, che si occupi della ricostruzione. Il personale comunale che oggi segue queste tematiche non viene organizzato; è umiliato, insufficiente, dislocato in 10 parti diverse della città e senza una vera guida.

Oltre a quello esistente, di sicura capacità, c’è la necessità di avere altro personale di livello, indiscutibile, che abbia le cognizioni per affrontare la pianificazione. Ma questo non è argomento in discussione sull’agenda politico amministrativa di chi governa la Città. Insieme con altri Consiglieri comunali di centro destra, abbiamo cercato in tutti i modi di affrontare questo problema e, nella fase di discussione del bilancio 2010, abbiamo proposto una serie di emendamenti per istituire un capitolo di spesa denominato “Istituzione di un servizio comunale quale struttura di massimo livello per la ricostruzione”, con un’attribuzione finanziaria di circa 900.000 euro, togliendo soldi ad attività e privilegi oggi più che mai non necessari per la vita del Comune e dei cittadini. Era nostra intenzione tagliare fondi ai capitoli che prevedevano l’aumento del personale di staff del Sindaco e degli Assessori, l’assunzione di personale interinale, la riduzione dell’indennità di risultato dei dirigenti, l’eliminazione delle consulenze superflue, l’erogazione a pioggia di contributi culturali, le spese per prestazioni professionali.

Il Sindaco e la sua maggioranza sono stati sordi e arroganti, rigettando tutte le nostre proposte.

Il Re è nudo. I dubbi che avevamo sulla loro volontà e capacità di affrontare seriamente la ricostruzione sono stati tristemente suffragati dai fatti. Non si può pensare che la necessità di mantenere una maggioranza tramite i soliti privilegi e contentini agli amici abbia prevalso anche su una necessità vera per la Città. Oramai è chiaro a tutti che il Sindaco, e la coalizione che lo sostiene, sono una zavorra per far rinascere L’Aquila.

Emanuele Imprudente

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