Casinò Royale

Questa Italia della Lega che fa approvare giri di vite e pesanti pastoie, balzelli e tasse sui prodotti doc di casa nostra e consente alla “pummarola” made in Cina di invadere i nostri mercati, assorbendone il 15% della produzione, con una perdita secca di 300 milioni di Euro; quest’Italia dalla burocrazia borbonica, medioevale, la peggiore […]

Questa Italia della Lega che fa approvare giri di vite e pesanti pastoie, balzelli e tasse sui prodotti doc di casa nostra e consente alla “pummarola” made in Cina di invadere i nostri mercati, assorbendone il 15% della produzione, con una perdita secca di 300 milioni di Euro; quest’Italia dalla burocrazia borbonica, medioevale, la peggiore d’Europa, che fa perdere (dati di Confocommercio alla mano) 16,5 miliardi di Euro all’anno e grazie alla quale,  per aprire una officina a Roma, occorrono ben 73 differenti certificati; quest’Italia in cui anche i ladri sono obnubilati (uno di 39 anni si è permesso di entrare, ieri notte, nella villa-palazzo a Portofino di Berlusconi, buttandosi praticamente in braccio a 12 body gard) e la sinistra non è meno disorientata (come dimostra l’assunzione a icona di una “signora” che pratica meretricio e delazione) e in cui una ex Presidente della Camera, poi show girl, può essere contemporaneamente assessore in un comune in provincia di Pavia e a Reggio Calabria (forse è bicolalista,  come Padre Pio, essendo, notoriamente, fervente cattolica);  questa Italia, dicevo,  è davvero “nave senza nocchiero in gran tempesta”: un totale, disarmante, amareggiante e deprimente casino, rappresentato da una “partitica” (mi guardo bene dal dire politica) non meno incasinata. Ferdinando Casini, da Otranto lancia (per  la settima volta) il Partito della Nazione, ne assume la 1° tessera,  ma si dimentica di indicarne volto, contenuto e programma, mentre Bossi blatera (o forse più corretto, anche se meno elegante, sarebbe dire biascica) il suo grido “alle elezioni”, perché gli strappi non si sanano e la maggioranza ne è delegittimata. In questa Italia da tragica pantomima o da ferale burletta,  si è consumato, ieri, un nuovo affondo di Fare Futuro ai danni del Cavaliere, accusato, ma con un ritardo di più di 15 anni, di essere davvero il Caimano di morettina memoria e di basare tutta la sua azione su menzogna e killeraggio. Un articolo coraggioso, certo, ma anche  grottesco nelle conclusioni,  perché ritiene possibile, dopo aver lanciato tutto il letame contro il premier, di stipulare un accordo nella maggioranza. Tuttavia, a ben vedere, l’assurdo della’articolo è funzionale al clima surreale che si è creato in questi giorni di Sol Leone e di colpi di sole ad annebbiare molti i cervelli. Si può ragionevolmente affermare che dopo l’articolo in questione la verifica parlamentare nella maggioranza diventa quasi superflua e che Fini ha deciso di aprire la crisi di governo, prima ancora che Berlusconi la porti in Parlamento.  Ma a ben vedere (ed è questo l’incomprensibile arcano) l’articolo sulla rivista web della’area finiana, è da una parte una scomunica a Berlusconi e a una lunga stagione politica che comunque ha visto Fini co-protagonista in tutti i passaggi decisivi; ma  anche un modo per dire al Pdl di trovare pace ed accordo. Ora viene da chiedersi come possono Fini e i suoi pensare di prendere gli italiani per i fondelli e di usare queste antinomiche trovate (ora da posizione anche scomode, non solo per Fini, ma anche per Adolfo Urso, con attico a Roma e mutuo ventennale da rate mensili di 20.000 Euro) per la difesa o il recupero di moralità e legalità? Ma forse hanno ragione loro e non  quelli, come noi, che si meravigliano dell’illogicità regnante in questo casino e sono non loro ma appunto noi ad abbisognare di una urgente visita psichiatrica. Appena rientrato a Palazzo Grazioli dalla Sardegna, a in vista del vertice di stasera, Silvio Berlusconi non si è sbilanciato in merito alla durata e all’esito dello stesso e, al solito, se l’è cavata con una battuta:” “con i politici non si può mai sapere”. Come già detto, anche ieri il Leader della Lega Umberto Bossi, aveva escluso eventuali riavvicinamenti tra Berlusconi e Fini, dichiarando che: “La macchina sta correndo verso le elezioni. Solo le dimissioni di Fini sarebbero un gesto fondamentale per fermare questa corsa”. E il vertice di oggi dovrebbe proprio mettere a punto il documento programmatico su cui il Premier dovrebbe chiedere la fiducia per ricompattare la maggioranza. Ma la strategia, lasciata filtrare ieri dai berlusconiani, sembrerebbe quella di cercare di recuperare solo una parte dei finiani. Ora, però,  secondo Italo Bocchino, Capogruppo finiano alla Camera, “l’impressione è che Berlusconi, consigliato dai falchi, voglia solo verificare la possibilità di andare avanti con la garanzia del nostro sostegno, senza doversi confrontare preventivamente”. E, secondo lui, “alla fine il summit non porterà a nulla”. In merito al possibile “recupero” di alcuni finiani da parte del Cavaliere, Bocchino ha replicato sereno: “Ho un elenco di deputati che verranno con noi, alla spicciolata”. E, dopo l’apertura di Adolfo Urso sul processo breve, ha anche dichiarato: “Non è nel programma di Governo”. Chiunque provi a trovare una logica ed una direzione in ciò che accade, si troverebbe come colui che una logica la cerca in film demenziali, come appunto “Casinò Royale”,  con l’incredibile Peter Sellers. Il titolo è esattamente quello del primo romanzo di Fleming su James Bond, un romanzo buono,  divenuto un pessimo film. E anche in Italia, le idee di partenza sono spesso buone, anche in politica e nei partiti, ma poi i risultati pratici sono pericolosamente scoraggianti o drammaticamente incomprensibili.

Carlo Di Stanislao

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