Social network usati per adescare vittime

E’ sempre meno occasionale la notizia di reati sessuali collegati alle reti sociali e soprattutto a Facebook, che con i suoi 500 milioni di utenti può essere fonte inesauribile di incaute vittime per chiunque voglia sfruttare in modo malevolo il bisogno di rapporti sociali che spinge la gente ad aderire ai social network. Su Facebook […]

E’ sempre meno occasionale la notizia di reati sessuali collegati alle reti sociali e soprattutto a Facebook, che con i suoi 500 milioni di utenti può essere fonte inesauribile di incaute vittime per chiunque voglia sfruttare in modo malevolo il bisogno di rapporti sociali che spinge la gente ad aderire ai social network. Su Facebook in effetti compaiono periodicamente gruppi che inneggiano a serial killer, mafiosi e a alla violenza, anche sessuale, come il gruppo che si definiva “fan degli stupri di gruppo”, apparso nel gennaio 2009 e subito messo sotto monitoraggio dalla polizia postale. Ma si tratta di situazioni evidenti, facili da evitare. L’uso dei meccanismi della rete sociale per fare amicizia da parte dei cosiddetti predatori sessuali è però molto più subdolo e pericoloso e sembra essere in aumento anche in Italia. Il caso dell’attore 41enne arrestato dai carabinieri dopo la denuncia di una donna vicentina che l’ha accusato di ricattarla sotto minaccia di divulgare le immagini dei loro rapporti sessuali e di svelare la loro relazione al marito, è infatti solo l’ultimo di una serie che sta diventando sempre più lunga. Appena a tre giorni fa, il 17 agosto. Un giovane di 21 anni di Lizzanello (Lecce) è stato iscritto nel registro degli indagati con l’accusa di aver violentato in una vicina località balneare una ragazza di 17 anni, conosciuta appunto su Facebook, il 28 luglio scorso. Da una visita medica alla ragazza, secondo quanto si è appreso, non sarebbero però emersi elementi di stupro. E’ del 9 agosto, invece, la vicenda di una quattordicenne tarantina scappata di casa per andare a trovare il suo amore su Facebook. I carabinieri l’hanno poi rintracciata a casa del 26enne di Ischia con il quale aveva imbastito la relazione in rete, che è stato poi denunciato per sottrazione di minore. Alla fine di giugno, il 28, la polizia di Milano ha invece arrestato un uomo di 35 anni che aveva tentato di ricattare e quindi di violentare una studentessa lodigiana diciannovenne, con la quale aveva fatto amicizia su Facebook. Meno fortunata è stata una sedicenne di Ascoli Piceno che nel 2009 è stata violentata da due diciannovenni, che saranno processati con rito abbreviato il prossimo 5 ottobre. Anche lei aveva conosciuto i suoi due violentatori sul social network e si era fatta convincere ad andare nell’appartamento di uno di loro, dove era stata fatta ubriacare e stuprata. Dall’inchiesta, denominata “Facebook”, è emerso che in quell’appartamento uno dei due giovani aveva portato almeno una quarantina di ragazzine, conosciute per la maggior parte attraverso Internet, “ammaliate dal suo profilo e dalla sua figura” su Facebook.

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