Oriana all’asta

Scrittrice controversa e poco incline alle vie di mezzo, Oriana Fallaci ha dominato per mezzo secolo il mondo letterario. Risale al 2004 il Oriana Fallaci intervista Oriana Fallaci, un libro in cui si racconta ampiamente utilizzando la tecnica dell’auto intervista, un libro che ha avuto, negli anni a seguire, varie aggiunte grazie a cui il […]

Scrittrice controversa e poco incline alle vie di mezzo, Oriana Fallaci ha dominato per mezzo secolo il mondo letterario. Risale al 2004 il Oriana Fallaci intervista Oriana Fallaci, un libro in cui si racconta ampiamente utilizzando la tecnica dell’auto intervista, un libro che ha avuto, negli anni a seguire, varie aggiunte grazie a cui il titolo era stato sostituito da Oriana Fallaci intervista sé stessa, perché, come affermava in una conferenza “volevo alleviare il fastidio provato nel vedere il mio nome scritto due volte”. 50 libbre, circa 20 kg, di appunti di Oriana Fallaci, sono state vendute ieri all’asta per 29.000 dollari, dal libraio canadese Benjamin Kat, acquistate e pubblicate oggi da Libero. Il materiale è composto da documenti personali, appunti, scritti e riflessioni e riguarderebbe temi diversi: Napoleone Buonaparte, lo schiavismo nei secoli ed altro ancora. La cosa davvero importante, nota l’AGI, è chedersi se per caso le carte pubblicate sono state trafugate dalla casa di Oriana Fallaci al 222 A sulla 61th street, nel cuore dell’Upper East Side, dopo la morte, quattro anni fa, della scrittrice. Ieri in varie interviste il nipote ed erede della giornalista, Edoardo Perazzi, aveva negato che potesse essere accaduto e aveva bollato come “puttanate” lo scoop della giornalista Mary Giuffre’ su ‘America Oggi’ di fine febbraio. All’epoca la cronista aveva scritto che il cancello di casa Fallaci era rimasto aperto per un giorno intero e lei stessa era entrata (e aveva fatto molte foto) accompagnata dal custode dell’appartamento che lei stessa era andata a cercare. Oggi, su ‘America Oggi’, la replica della Giuffre’, che ribadisce che l’abitazione era “in totale stato d’abbandono con la porta spalancata e con all’interno materiale, come libri, incartamenti e valigie della Fallaci, totalmente incustodite per una intera notte ed un giorno” e poi rincara la dose: “l’episodio si e’ ripetuto anche successivamente, quando un furgone con la scritta di una societa’ di Brooklyn e con due uomini, probabilmente di origine messicana, entravano ed uscivano dall’abitazione, trasportando sulla vettura, scatoloni, provenienti dalla casa della Fallaci”. Ieri il sito Dagospia, aveva addirittura chiamato in causa Mons. Fisichella nell’affaire del materiale inedito “venduto a peso” e oggi, l’avvocato del prelato, annunciando una denuncia, afferma che dopo le “fantasiose illazioni” del sito ‘Dagospia’, riportate anche dal quotidiano ‘Libero’ sul possibile coinvolgimento del suo cliente e la querelle che oppone il nipote-custode alla giornalista italiana autrice dello scoop (e delle foto, inequivocabili), si attende di vedere le carte per capire se sono originali oppure si tratta di una bufala di fine agosto. Tutti sappiamo del grande cambiamento (non stilistico, ma culturale) di Oriana Fallaci: donna progressista e di sinistra che, negli ultimi tempi, è stata in tutto e per tutto una irriducibile, tenace nemica del “partito di Allah”, come lei stessa lo chiamava e tutti ricorderanno, poco dopo la sua morte, nel 2006, l’operazione di Ferruccio de Bortoli che portò i “suoi libri, editi da BUR, negli uffici postali e negli autogrill a insegnare a tutti come la si doveva pensare, per non essere tacciato di essere terrorista colluso o militante. Il prossimo 15 settembre sarà il quarto anniversario della sua morte; una morte a suo tempo accolta nell’assoluta indifferenza di quegli ex concittadini sui quali aveva sputato finché le era bastato il fiato e dall’aperta e rumorosa letizia di quanti, invece, si erano trovati come stranieri in patria, meritevoli di linciaggi di ogni tipo, per aver trattato i suoi assunti per gli sprechi di cellulosa o di carta che erano. Vedremo cosa avranno da dire, da sinistra, quelli che non hanno neanche provato a capirne il cambiamento ed i motivi o, da destra, quelli che, stupidamente o superficialmente, l’hanno strumentalizzata. L’8 agosto abbiamo appreso che la sua vita, complessa e controversa, sarà forse portata sul piccolo schermo dalla Fandango, con un fil-tv in due puntate: una cosa fuori da ogni logica, che prevede lo sdoganamento dell’eretica, scomoda Fallaci, attraverso e nella corte della santa tv di Stato. Vedremo come lavoreranno gli sceneggiatori Stefano Rulli e Sandro Petraglia, i quali contano di incontrare giornalisti e personalità che l’hanno conosciuta, per ottenere testimonianze sugli aspetti privati della Fallaci, oltre al confronto, già avviato, si è scritto, con i familiari. Vedremo come la cultura ufficiale saprà raccontare un personaggio scomodo e complesso, non liquidabile o ingabbiabile entro facili stereotipi, questa piccola, irriducibile partigiana di tante idee contraddittorie, ideologia contrastanti, corrispondente da New York per Il Corriere che criticò ed amò profondamente l’America, protagonista dei reportage dall’Indocina per documentare la follia della guerra, amica di Pasolini, femminista convinta, scrittrice di grandi capolavori tra i quali non si può scordare la splendida Lettera a un bambino mai nato: fiera opposizione, lirica ed ispirata, ma anche di “Venere alla guerra”, “Se Il Sole Muore” e “Un uomo”. L’ultima Fallaci la vede ferocemente schierata, dopo l’11 settembre, contro il fondamentalismo islamico, giudicato un male ed una minaccia primaria per l’Occidente. Saprà la tv sorprenderci con un atto di coraggio che nessuno ha avuto sin’ora e presentarci, con il dovuto rispetto, i chiaroscuri scomodi e non da tutti condivisi, di una degli ultimi veri intellettuali di questo Paese?

Carlo Di Stanislao

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