Cinema d’essai

Dal 14 settembre, per 14 settimane, una rassegna di altrettanti capolavori sarà proiettata al Cinema Moviplex dell’Aquila, con inizio alle 18. L’iniziativa, scaturita dalla collaborazione fra la multisala, L’Istituto Cinematografico La Lanterna Magica e L’Accademia dell’Immagine, ha ricevuto il patrocinio del Ministero dei Beni Culturali, della regione Abruzzo, della Provincia e del Comune dell’Aquila e […]

Dal 14 settembre, per 14 settimane, una rassegna di altrettanti capolavori sarà proiettata al Cinema Moviplex dell’Aquila, con inizio alle 18. L’iniziativa, scaturita dalla collaborazione fra la multisala, L’Istituto Cinematografico La Lanterna Magica e L’Accademia dell’Immagine, ha ricevuto il patrocinio del Ministero dei Beni Culturali, della regione Abruzzo, della Provincia e del Comune dell’Aquila e presenterà pellicole, tutte proprietà della Cineteca dell’Istituto, di alcuni fra i più grande autori della cinematografia mondiale.
Questi i titoli: Accattone di P.P. Pasolini il 14 settembre; Aria, di Autori Vari, il 21; L’Angelo Sterminatore di L. Bunuel il 28;. Ad ottobre, il 5, Arrivederci ragazzi di L. Malle; il 12, L’Australiano di J. Skolimowski; il 19, le Beau Serge di C. Chabrol e il 26, Brutti, Sporchi e Cattivi di E. Scola. La rassegna continuerà il 9 novembre con Finalmente Domenica di F. Truffaut; Gang di R. Altman il 16; Matador di P. Almodovar il 23 ed il 30 La Mani sulla Città, di F. Rosi. A dicembre, infine, questi i titoli previsti: Metropolis di F. Lang (film praticamente introvabile), il 4 e Un Maledetto Imbroglio di P. Germi, in versione non tagliata, l’11. La rassegna, che intende presentare modi e contenuti diversi nel fare cinema, vuole anche fare il punto sul futuro del cinema d’essai i cui confini, in termini anche economici, spesso non hanno nulla da invidiare ai film commerciali.
Tutte le istituzioni coinvolte, puntano su questa rassegna per educare i giovani ad una fruizione più attenta e matura di un linguaggio complesso e, al contempo, non necessariamente noioso, ma invece piacevole e fruibile, anche sotto il profilo narrativo. La rassegna è stata pensata, poi, per mostrare che oltre le tematiche, la differenza più evidente fra il cinema classico, soprattutto americano, e il cinema moderno, è che mentre il film classico è pensato e realizzato affinché lo spettatore “viva” la storia in modo continuo, immedesimandosi completamente e perdendo il più possibile la consapevolezza della finzione grazie ad un montaggio accurato e senza sorprese, nel cinema moderno (a partire dagli anni ’60) allo spettatore non si chiede di annullarsi nella storia, bensì di essere sempre presente e conservare un certo distacco, interpretando ed elaborando quel che vede: esiste cioè la volontà di far capire che ciò che si sta guardando è una costruzione, una finzione.
A questo scopo il montaggio è a bella posta discontinuo, sincopato e sovente evita di tagliare i tempi morti della storia, che dal canto suo tralascia di spiegare ogni dettaglio di quel che accade. Può capitare che gli attori guardino direttamente nell’obiettivo della cinepresa, cosa vietatissima nel cinema classico e che si verifica, invece, regolarmente nel cinema di Chabrol, di Malle di Pasolini, secondo una modalità che ha generato fenomeni straordinari come il recentissimo cinema di Quentin Tarantino.

Carlo Di Stanislao

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